È polemica nel Regno Unito per i libri gender suggeriti a scuola ai bambini dai 2 ai 4 anni d’età, in quanto una parte dell’opinione pubblica sostiene che inducano i più piccoli a diventare trans. Uno di essi si intitola “10mila abiti”: a scriverlo è stato l’autore americano Marcus Ewert, parla di un personaggio di nome Bailey che sogna vestiti femminili e si sente una bambina, nonostante i suoi genitori insistano sul fatto che è un maschio. Il testo è presente nella lista di lettura LGBTQ+ di Stonewall per le realtà scolastiche, che comprende una serie di testi su determinate categorie, quali la sfida agli stereotipi di genere, la celebrazione delle differenze, le famiglie diverse, l’alfabetizzazione emotiva e l’inclusione dei trans.



Il sito web di Stonewall dice che l’elenco contenente libri gender è destinato a “scuole, college, genitori e assistenti”. Il presidente della Campagna per un’educazione reale, Christopher McGovern, ha dichiarato al “Daily Mail”: “Gli adulti devono smettere di scaricare le loro ansie sui bambini. Lasciate che i bambini siano bambini! Lasciate che abbiano un’infanzia! Per quanto riguarda l’identità, l’unica lezione da impartire è che si devono trattare gli altri come vorrebbero essere trattati loro. I bambini capiscono perfettamente questo messaggio. Questo è tutto ciò di cui hanno bisogno. Incoraggiarli a mettere in discussione la loro identità di genere li sovraccarica di introspezione che, in alcuni casi, può scatenare molta infelicità”.



LIBRI GENDER CONSIGLIATI PER LE SCUOLE, STONEWALL: “TESTI NON INDUCONO ALLA TRANSIZIONE DI GENERE”

Malcolm Clark, responsabile della ricerca della LGB Alliance, a proposito dei libri gender consigliati ai più piccoli nelle scuole, ha espresso un parere negativo: “Tutti vorrebbero che i ragazzi e le ragazze si sentissero meno sotto pressione per conformarsi agli stereotipi, ma questi libri mirano deliberatamente a far sentire migliaia di bambini comuni meno a loro agio nel proprio corpo”.

Un portavoce di Stonewall, invece, ha detto: “È assolutamente giusto che i bambini imparino che ognuno ha il diritto di essere se stesso senza pensare che ci sia qualcosa di sbagliato nel farlo. Che si tratti di imparare che alcune famiglie hanno due mamme o due papà, o che alcune persone sono trans e non binarie, non ci scusiamo se vogliamo che le generazioni future crescano comprendendo che le persone LGBTQ+ esistono e sono valide. I libri gender non forzano nulla, il loro messaggio è di tolleranza e accettazione della diversità”.