PAPA FRANCESCO, NUOVO LIBRO “IL PASTORE”: “SÌ, FACCIO POLITICA…”

Si intitola “El Pastor” (“il Pastore”) ed è il nuovo libro dedicato a Papa Francesco in uscita in questi giorni in Argentina: a firma Francesca Ambrogetti, ex responsabile dell’Ansa nel Paese sudamericano, e Sergio Rubin, del quotidiano El Clarin, il nuovo libro contiene diversi colloqui con Papa Francesco sulle questioni più importanti e urgenti della Chiesa al tempo d’oggi. Economia, politica, le riforme dei primi dieci anni di Pontificato, ma anche i rapporti non sempre idilliaci con la Curia romana così come le minacce alla “casa comune” sul fronte ambientale. Diversi gli aneddoti sulle esprime personali sia prima che dopo essere nominato Papa, ma anche riferimenti ai viaggi pastorali («È ingiusto dire che non voglio andare in Argentina…»). Il nuovo libro è un seguito di “El jesuita”, scritto nel 2010 dagli stessi autori sempre in dialogo con il Santo Padre: qui si concentrano gli autori sulle sfide del Pontificato e le prospettive future per «rivitalizzare l’annuncio del Vangelo»: ad esempio, spiega il Papa ad inizio libro, «serve ridurre il centralismo vaticano, bandire la pedofilia…e combattere la corruzione economica». Un autentico programma di Governo, sottolinea il Pontefice, ed è quello «di eseguire quanto dichiarato dai cardinali nelle congregazioni generali alla vigilia del conclave».



Interessanti i passaggi in cui risponde a tono a chi anche all’interno della Chiesa lo accusa da anni di voler fare più politica che testimonianza del Vangelo: «Sì, faccio politica. Perché tutti devono fare politica. il popolo cristiano deve fare politica perché quando leggiamo ciò che disse Gesù, vediamo che era coinvolto nella politica. E cos’è la politica? Uno stile di vita per la polis, per la città. Quello che non faccio io, né dovrebbe fare la Chiesa, è la politica dei partiti. Ma il Vangelo ha una dimensione politica, che è quella di convertire la mentalità sociale, anche religiosa, delle persone». Sul tema dell’economia, Papa Francesco ribadisce di voler seguire la Dottrina Sociale della Chiesa e dunque non intende condannare tout court il capitalismo; piuttosto, Bergoglio insiste sulla linea di San Giovanni Paolo II, ovvero è necessario «seguire una economia sociale di mercato», solo se però non prevalga la differenza eccessiva tra tanti poveri e pochi ricchi, «Quello su cui possiamo essere tutti d’accordo è che la concentrazione della ricchezza e la disuguaglianza sono aumentate. E che ci sono molte persone che muoiono di fame».



PAPA FRANCESCO NEL NUOVO LIBRO: “BENI SANTA SEDE DEPREDATI DA FALSI AMICI LAICI E ALCUNI CHIERICI”

Nel libro “Il Pastore”, Papa Francesco non nasconde le problematiche emerse in questi anni con la gestione delle finanze della Santa Sede e non solo sulle maxi-polemiche sorte sui processi alla Segreteria di Stato vaticana: «difendo la buona fede della stragrande maggioranza dei membri della Chiesa», è la premessa del Papa, salvo poi aggiungere «non si può negare che alcuni ecclesiastici e tanti, direi, falsi ‘amici’ laici della Chiesa abbiano contribuito ad appropriarsi indebitamente del patrimonio mobile e immobile, non del Vaticano, ma dei fedeli». Riferendosi poi direttamente al processo sui fondi del Vaticano e la compravendita del palazzo di Londra, Francesco sottolinea «proprio in Vaticano si è rilevato l’acquisto sospetto. Io mi sono rallegrato perché significa che oggi l’amministrazione vaticana ha le risorse per fare chiarezza sulle cose brutte che accadono all’interno». Dalla politica all’economia passando per la laicità, Papa Francesco afferma di voler difendere sempre la laicità dello Stato, ma non il «laicismo che non ammette immagini religiose negli spazi pubblici».



Altri temi affrontati da Papa Francesco nel libro uscito in Argentina e anticipato con ampi stralci da “Vatican News” riguardano il possibile viaggio in Cina per dirimere i rapporti tra Santa Sede e Governo comunista: «conosco i problemi e le sofferenze ma andrei in Cina domani stesso, se fosse possibile!». Diverso il discorso per il suo Paese natale, l’Argentina: qui Papa Francesco sottolinea sia un mero luogo comune le accuse di “peronismo” che vengono rivolte al suo Paese, ma aggiunge «i sindacati difendano la dignità dei lavoratori e i loro diritti». La «mia intenzione di recarmi in Argentina rimane valida. È ingiusto dire che non voglio andare», conclude il Santo Padre nel nuovo libro in uscita in questi giorni.