Provando un attimo a distanziarci dalle tantissime polemiche politiche di queste ultime ore con Matteo Salvini di nuovo al centro della scena (il viaggio da Orban, l’attacco al Reddito di Cittadinanza e Siri “dimissionato” da Conte), ad “Un Giorno da Pecora” ha parlato uno dei protagonisti delle ultime critiche mosse contro il Ministro degli Interni, ovvero l’editore del suo libro-intervista “Io sono Matteo Salvini, intervista allo specchio”. Il vicepremier ha scelto per l’intervista una giornalista de Il Giornale ma è sulla casa editrice, la AltaForte, ad essersi scatenate le polemiche ancora sul tema dell’antifascismo: il numero uno di Altaforte è Francesco Polacchi, a capo del marchio di moda Pivert per il quale Salvini già finì nella bufera dopo aver indossato il giubbotto col marchio a San Siro un anno fa. «Salvini non ha scritto alcun libro (ha semplicemente rilasciato una lunga intervista alla giornalista Chiara Giannini) – puntualizzava solo due giorni fa l’ufficio stampa del vicepremier – e non ha firmato contratti o accordi con la casa editrice indipendente liberamente scelta dall’autrice». Oggi Giorgio Lauro e Geppi Cucciari non si sono fatti scappare Polacchi e lo hanno riempito di domande, scovando non pochi “scoop”: «Io sono militante da 15 anni di CasaPound e sono stato fondatore del Blocco Studentesco: questa è la mia vita personale. Poi ho deciso di fare iniziative imprenditoriali: oltre alle attività editoriali sono anche il proprietario del brand Pivert», spiega Polacchi ai microfoni di Radio1.



L’EDITORE FASCISTA E IL LIBRO DELLE POLEMICHE

«Nel mio piccolissimo, io sono un piccolo Berlusconi: per ogni cosa che faccio c’è la sinistra che mi attacca come fossi il diavolo in terra», scherza l’imprenditore-editore che si dice dichiaratamente fascista anche se tiene a precisare che la AltaForte non è di CasaPound, bensì ha una linea sovranista «Noi abbiamo utilizzato il termine sovranismo, che nacque sul ‘Primato Nazionale’ 5 anni fa». Alla domanda più ficcante di Lauro, Polacchi conferma «Io sono fascista, sì. Nell’unico senso possibile» ma non pensa per questo di essere fuori dalla legge, «l’apologia di fascismo è un reato mentre esser fascista no. E poi esprimere delle opinioni, anche da poter avversare, dovrebbe essere l’elemento cardine della democrazia. C’è una legge che vieta la ricostruzione del disciolto partito fascista, quindi di una cosa irripetibile, tecnicamente e storicamente impossibile». Quando però viene chiesto a Polacchi cosa ne pensa nel momento in cui il libro su Salvini viene definito fascista, la replica è netta «Dico che secondo me è sbagliato, noi esprimiamo una linea editoriale sovranista. Io, su me stesso, mi mordo la lingua perché ci sono tante cose che si potrebbero dire e raccontare anche di altri periodi storici, noi cerchiamo di non trattarli, per una mia scelta editoriale».

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