E’ ufficialmente terminata la sperimentazione al liceo scientifico Morgagni di Roma che prevedeva di non assegnare alcun voto agli studenti, un metodo di insegnamento quindi meno “ansioso” per gli stessi alunni. Come si legge sul Corriere della Sera, con una decisione del collegio dei docenti di 37 a favore e 36 contrari, alla fine è terminato l’esperimento. E pensare che la Sezione G del Morgagni, quella dove appunto era scattato il progetto, era divenuta un esempio da imitare da parte di altri istituti, ma alla fine il tutto si è concluso e il Corriere della Sera parla di “pasticciaccio all’italiana con invidie, veti incrociati, docenti in fuga e altri arrabbiati”.



A ideare il metodo del “senza voti“, otto anni fa, era stato il prof Enzo Arte, docente di matematica e fisica presso il liceo romano: «Un po’ me l’aspettavo — spiega al Corriere della Sera – perché in questi anni alcuni docenti avevano manifestato la loro contrarietà sostenendo che i voti sono utili. Ma penso anche che sia stato proprio il successo del progetto che ha dato fastidio». E ancora: «Continuerà per le cinque classi che ci sono ora ma poi potrà proseguire solo su iniziativa dei singoli professori. A me dispiace soprattutto per il Morgagni che era diventato il capofila dell’innovazione e entrerà in una fase di stasi». Malumore anche fra i genitori dei ragazzi: «Il 7 novembre andremo a parlare con la dirigente scolastica Patrizia Chelini e chiederemo che se ne riparli in Consiglio d’Istituto — racconta una mamma -, non abbiamo capito le motivazioni di questa decisione a parte il fatto che il successo dell’iniziativa ha dato fastidio ai docenti che non ne erano parte. Sono anni che c’è questo conflitto».



LICEO SENZA VOTI A ROMA, ESPERIMENTO CHIUDE: LE PAROLE DELLA PRESIDE

La preside ha comunque cercato di fare da pompiere per spegnere un po’ le polemiche: «Tendenzialmente non cambierà nulla — spiega — nessuno può dire ai docenti che seguono questo metodo di cambiare strategia. L’unica cosa certa è che non si potrà più scegliere di essere iscritti nella sezione senza voti». Per poi aggiungere: «Diversi ragazzi che chiedevano la sezione G magari erano quelli che avevano poca voglia di studiare».

Il quotidiano di Via Solferino chiosa: “La sensazione è quella di una sconfitta senza un vero perché a parte l’invidia tra colleghi che ha creato un clima talmente velenoso a portare alcuni docenti a cambiare scuola”, così come traspare dalle parole di Valentina Durante, professoressa di matematica e una colonna della sezione G, che ha deciso di trasferirsi in un altro istituto: «Me ne sono andata per l’eccessivo carico di lavoro in quell’indirizzo e anche per un clima non sereno all’interno della scuola che è aumentato quando il progetto è diventato noto».