Gli studenti del Liceo Severi Correnti protestano ancora, stavolta per “difendere” i compagni “sotto interrogatorio”. Una cinquantina di ragazzi ha partecipato al presidio di fronte alla struttura, mentre erano in corso le audizioni dei ragazzi coinvolti nell’occupazione delle scorse settimane, che hanno provocato danni per circa 70.000 euro. Gli alunni, spiega il Corriere della Sera, sono stati convocati dalla direzione e hanno dato la loro versione dei fatti davanti ai professori e ai genitori. Spetterà ora ai consigli di classe decidere per eventuali provvedimenti disciplinari che, in base alla gravità.
Il ministro Giuseppe Valditara, dopo la visita all’istituto milanese, aveva auspicato la bocciatura degli occupanti: dichiarazioni che hanno portato alla mobilitazione dei collettivi che si sono mossi in difesa del Collettivo Severi Correnti e dei ragazzi che avevano promosso l’occupazione. Così, nel corso dei colloqui, un gruppo composto da alcuni ragazzi del Severi, ma anche colleghi del Manzoni, del Carducci, del Parini, oltre che alcuni rappresentanti dell’Unione degli Studenti, di Studenti Tsunami e di alcuni centri sociali, si sono presentati davanti alla struttura. Nel frattempo la Procura di Milano ha aperto un’inchiesta sui fatti del Severi Correnti, al momento per il reato di invasione di edificio: l’indagine è attualmente a carico di ignoti. Ad occuparsi del fascicolo è il pm Leonardo Lesti, e ora la Digos procederà con l’identificazioni degli studenti.
Occupazione liceo Severi Correnti, gli studenti: “Atti repressivi contro di noi”
In un documento dal titolo “Il dito e la luna”, gli alunni hanno spiegato che durante l’occupazione “ogni studente ha potuto vivere la scuola in un ambiente pieno di libertà e di autogestione. Abbiamo bloccato la scuola in sostegno del popolo palestinese. Abbiamo fermato un’istituzione che, nel suo silenzio e complicità, zittisce le grida di morte al Gaza. Oltre al silenzio portato avanti dallo Stato e dalle sue istituzioni, che sostengono lo Stato sionista apertamente, nel nostro istituto nessun dipendente scolastico ha espresso in alcun modo solidarietà o sostegno a questa causa. Anzi, la preside ha ammonito un gran numero di studenti e studentesse che i 10 ottobre avevano deciso di scioperare le lezioni sfilando in corteo per i corridoi della scuola per esprimere vicinanza alla resistenza palestinese“.
Nel documento gli studenti hanno criticato anche la contro-protesta dei professori, che avevano fatto lezione sul marciapiede: “Tutto questo, oltre a farci molto ridere, ha fatto riflettere sulla cecità dell’apparato scolastico italiano, che al posto di fermarsi, lasciar svolgere l’occupazione e riflettere sulle istanze portate avanti dagli occupanti, ha preferito mettersi in mostra davanti ai giornali per chiedere un diritto, pienamente “garantito” durante tutto l’anno, che sfortunatamente, troppo spesso, risucchia e rovina la vita degli studenti” si legge nelle parole, riportate dal Corriere della Sera. Alessandro di Micheli, coordinatore regionale dell’Unione degli Studenti, ha sottolineato: “Questi sono gli ennesimi atti repressivi all’interno di un contesto di repressione sia da parte di singole istituzioni che del ministro Valditara e non possiamo riscontrare come questa azione ha il chiaro obiettivo di oscurare la motivazioni di chi occupa. Non c’è alcun tipo di interesse ad aprire un discorso nel merito delle questioni con gli studenti nonostante siano concrete e urgenti, come il diritto allo studio, la rappresentanza studentesca, l’introduzione dell’educazione sessuale nelle scuole. Si tenta invece di far passare l’identificazione tra occupazione e vandalismi”.