Il liceo Tasso di Roma è stato occupato da 170 studenti, che verranno sospesi da dieci giorni e avranno cinque in condotta nella pagella. Il preside Paolo Pedullà, come riportato dal Messaggero, non ha voluto chiudere un occhio, come invece accaduto spesso in altri istituti, e ha deciso di applicare alla lettera il regolamento. Non sono servite a nulla le proteste dei genitori. L’unica grazia è stata alle gite, che non sono state bloccate.



La decisione del preside ha trovato l’approvazione non soltanto di molti colleghi, ma anche del Ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara. “La scuola costituzionale e dunque democratica è quella che insegna a rispettare le regole e a coniugare libertà con responsabilità”, ha commentato. L’opposizione invece non è d’accordo. “È stata presa una scelta che non risponde ai valori di incisività che dovrebbero essere alle basi delle istituzioni scolastiche. La scuola non è un luogo di punizione ma di dialogo”, ha replicato Michela Di Biase, capogruppo Pd in commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza.



Liceo Tasso occupato a Roma, Valditara e presidi pro provvedimenti duri: le reazioni

Anche Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi, ha detto la sua sui provvedimenti duri presi al liceo Tasso occupato a Roma. “Sono d’accordo. Il preside ha fatto bene e si è mosso nel rispetto delle regole”, ha affermato. “Non è però corretto parlare di punizioni: sono sanzioni, perché chi commette un illecito disciplinare viene punito con sanzioni disciplinari. Gli studenti devono impararlo, chi commette un illecito viene sanzionato: sarebbe stato sbagliato non sanzionarli”.



Il motivo è anche da ricondurre al fatto che c’è un regolamento a cui far riferimento. “I ragazzi sanno bene cosa prevede e sanno anche a cosa si va incontro violando le regole. Viviamo in uno stato di diritto per cui tutte queste decisioni sono codificate: questo è il massimo della civiltà. Non ci troviamo in una situazione inaspettata in cui, improvvisamente, ci si ritrova sanzionati con regole sconosciute. Un’occupazione viola molte regole e gli alunni lo sanno”, ha concluso.