Il liceo Virgilio di Milano è stato occupato dall’omonimo Collettivo Autonomo, ma lo scenario è molto diverso da quello di alcuni mesi fa. Gli studenti e la dirigente scolastica infatti hanno trovato un accordo per una sorta di autogestione. Le lezioni infatti vanno avanti e ci sono dei regolamenti ben precisi su cosa si può e cosa non si può fare. “Di mattina si seguono le assemblee e non ci si disperde nella scuola; non possono entrare esterni; gli orari di entrata e di uscita vanno rispettati; non si possono fare danni né graffiti”, spiegano a Libero Quotidiano.



La strigliata del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha dunque dato i suoi frutti. “Accolgo con soddisfazione il fatto che gli studenti del Collettivo del Virgilio si siano dati delle regole per la loro occupazione, partendo dal presupposto che la scuola è patrimonio innanzitutto degli stessi studenti, che deve essere rispettata e tutelata contro i vandali. Il mio duro intervento è evidentemente servito”, ha commentato. 



Liceo Virgilio di Milano occupato, ma le lezioni vanno avanti e “chi rompe paga”: i motivi

L’obiettivo degli studenti che hanno occupato il liceo Virgilio di Milano però è quello di lanciare un messaggio. Innanzitutto, la volontà è quella di denunciare le condizioni precarie della struttura: “sotterranei allagati, buchi nei muri e nei soffitti, porte e finestre rotte, riscaldamento e caldaia mal funzionanti”. Ma non solo. Andando oltre le proprie mura, c’è una critica nei confronti del modello di città per ricchi verso cui si sta orientando l’amministrazione. Infine, non poteva mancare il richiamo a Gaza e la protesta contro il genocidio.



“Vogliamo confrontarci tra di noi su questi temi, formulando soluzioni e analisi, per immaginarci, e poi creare, un futuro in cui noi future generazioni potremo vivere serenamente”, dicono gli studenti. Al di là del risultato, ciò che fa tirare un sospiro di sollievo ai dirigenti è il non dover pensare a come mettere una pezza ad eventuali danni.