Licia Colò si è raccontata tra passato e presente in una intervista al Corriere della Sera, rivelando che da bambina sognava di diventare una pilota di elicotteri: ciò, tuttavia, non è stato possibile in virtù delle nette differenze di genere di quell’epoca e, ancora oggi, la divulgatrice ammette di sentirsi discriminata come donna in alcuni settori.
A sostegno della sua tesi, Licia Colò, ha portato un esempio pratico. “Se io vado a fare un reportage in alta quota e, com’è comprensibile, appaio in video con i capelli scompigliati, puntualmente il giorno dopo mi arriva una pioggia di critiche. Nessuno però muove mai gli stessi rilievi, per dire, a Mario Tozzi”, ha raccontato. Un episodio che le lascia l’amaro in bocca. “Mi scrivono: “ma perché non si pettina”?”. In passato le è stato persino chiesto perché alla sua età sia ancora in televisione. “Nessuno oserebbe dirlo a, poniamo, un Piero Angela”, ha sottolineando (ribadendo che quest’ultimo per lei è un maestro).
Licia Colò: “Mi sento discriminata come donna”. Il tema del riscaldamento climatico
Licia Colò, da parte sua, pur sentendosi discriminata come donna, non molla le sue battaglie. “Io vado avanti, come sempre”, ha ribadito. Una tra queste è quella sul cambiamento climatico. Soltanto recentemente sembrerebbe che la popolazione si sia accorta del problema, ormai grave. “Rimaniamo sulla Terra lo spazio di una vita troppo breve per preoccuparci seriamente del futuro. Se campassimo trecento anni ci preoccuperemmo eccome”, ha sottolineato.
Donna impegnata nelle cause sociali, con un ruolo di spicco anche nella televisione. È così che cerca di unire le due cose. “Penso agli incendi in Australia o alla mattanza dei canguri. Lei lo sa che l’Italia è tra i principali importatori di pelli di canguro, che vengono usate per abbigliamento sportivo e di lusso? Se ne parla ancora troppo poco, non hanno peso mediatico”.