Licia Colò commenta la decisione di abbattere l’orsa responsabile dell’uccisione del corridore 26enne in Trentino. “Una persona morta è una tragedia. Non sarebbe mai dovuto accadere. Ma l’orsa si prenderà le colpe per tutti. Non me la sento di dire che un esemplare che ha ucciso deve stare lì perché ne ha il diritto. Ma abbatterla ed eliminare altri orsi problematici è scorretto – dichiara la conduttrice a La Stampa – Siamo noi che li abbiamo messi lì e poi abbiamo cambiato idea. Ha “fatto l’orsa”. Perché ucciderla? Va spostata o catturata: vivrà il resto dei suoi giorni in gabbia”.



Licia Colò si è sempre dichiarata contraria al progetto Life Ursus di ripopolamento, voluto a livello europeo, perché “Non avrei messo gli orsi dove la gente non li voleva. Gli abitanti del posto non sono mai stati entusiasti. Non è mai stato fatto un discorso corretto per abituare la gente a conviverci. Non sono state spiegate le potenzialità della presenza dell’orso sul territorio. Ma, una volta che gli orsi sono stati reintrodotti, bisognava imparare a farlo”. In particolare, mette in evidenza come “il Trentino, specie la zona della Val di Sole, è un territorio molto antropizzato a vocazione turistica quindi o riesci a creare un rapporto con la popolazione, facendo capire che potrebbe essere un valore aggiunto, oppure non si può fare”, menzionando come esempio il caso della Slovenia in cui sebbene “c’è meno densità di popolazione”, “parliamo pur sempre di mille orsi e non sono mai avvenuti incidenti. Le persone hanno imparato a conviverci e anche a guadagnarci dei soldi: c’è un gran turismo finalizzato all’osservazione degli orsi”.



Licia Colò sull’orsa che ha ucciso il runner in Trentino: “vogliamo una natura sintetica”

Licia Colò si esprime con chiarezza sul dramma del runner ucciso da un’orsa in Trentino. Tra le pagine de La Stampa condanna il fatto che “Ci riempiamo la bocca di parole come “ambiente”, “natura”. Ma è una natura sintetica quella che vogliamo. Tra un po’ faremo gli ologrammi per vedere gli animali. Uccidiamo un’ape appena la vediamo. Siamo al paradosso. Abbiamo bisogno di maggiore preparazione fin dalle scuole, anche per i turisti”.

Mentre in Trentino “se la popolazione non vuole l’orso, è una causa persa. Non voglio difendere gli orsi a prescindere”. Tuttavia, Licia Colò invita a interrogarsi “sul fatto che quello di Caldes sia il primo episodio in cento anni di un orso che uccide un essere umano in Italia”.