MORTA LA VEDOVA DEL FERROVIERE ANARCHICO

Licia Pinelli è morta con la consapevolezza che sul decesso del marito non sia stata detta tutta la verità e che siano state fornite versioni intrise di bugie. La vedova di Giuseppe Pinelli, il ferroviere anarchico sospettato indebitamente della strage di piazza Fontana, aveva 96 anni e le figlie Silvia e Claudia, con cui sperava di riuscire a scoprire la verità sulla morte del marito. L’ha inseguita per quasi sessant’anni, combattendo anche una complessa battaglia giudiziaria per giungere alla verità sulla morte di colui che di fatto è la 18esima vittima innocente di quella strage.



Licia Pinelli rimase in silenzio per oltre un decennio, poi decise di ricostruire la sua storia in un libro scritto con Piero Scaramucci, storico fondatore di Radio Popolare. La coppia si era conosciuta a un corso di esperanto a Milano e si sposarono tre anni dopo, nel 1955. Tra il 15 e 16 dicembre 1969 Giuseppe Pinelli morì cadendo da una finestra della questura meneghina. Dopo aver appreso la notizia della morte della moglie, l’associazione partigiani Anpi Barona le ha dedicato un post su Facebook in cui evidenzia come abbia speso la sua vita con “dignità, coerenza e coraggio” per difendere il nome del marito.

LICIA PINELLI, IL RICORDO DELLA VEDOVA CALABRESI

Licia Rognini Pinelli era stata insignita dall’allora capo dello Stato Giorgio Napolitano dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, ma nonostante ciò non voleva essere citata sui giornali e chiedeva di evitare di parlare di lei. Gemma Capra, moglie del commissario Luigi Calabresi, ha ricordato con tenerezza e affetto l’abbraccio che ci fu al Quirinale con la vedova di Pino Pinelli. “Peccato non averlo fatto prima“, le disse. Fu possibile anche perché Napolitano nel 2009 istituì la Giornata delle vittime del terrorismo.

Eravamo due donne legate dallo stesso dolore e siamo state capaci di cogliere l’importanza di un incontro pacificatore“, prosegue Gemma Capra. Il secondo incontro risale al 2019, quando il capo dello Stato era già Sergio Mattarella. Anche Beppe Sala, sindaco di Milano, si è detto addolorato per la morte di Licia Pinelli e ha espresso la sua ammirazione per la “caparbietà con cui ha difeso e onorato la memoria di suo marito Pino, ingiustamente accusato per la strage di piazza Fontana“.