Lidia Miljkovic è stata uccisa in strada, da quello che era il suo ex marito, dopo aver portato a scuola i due figli che aveva in comune proprio con l’uomo. Zlatan Vasiljevic ha prima sparato alla sua ex moglie e poi, dopo qualche ora, si è tolto la vita: in auto, al suo fianco, l’attuale compagna, Gabriela Serrano. Il dolore di Daniele Mondello, attuale partner di Lidia, con la quale aveva una relazione da due anni, è immenso. A Repubblica, l’uomo ha dichiarato: “Vorrei che giudici e assistenti sociali venissero al funerale di Lidia e guardassero bene quella bara”.



In una stanza della Questura di Vicenza, dove si trova per motivi di sicurezza con i due figli di Lidia e i genitori di lei, Daniele esplode e racconta tutta la rabbia per quella che è stata una tragedia che sarebbe potuta essere evitata: “Perché giusto tre settimane fa è stata emessa la sentenza di separazione. Sa cosa stabiliva? La cessazione dell’affido esclusivo dei figli di 13 e 16 a Lidia. Per ogni cosa bisognava mediare con il padre: scuola, tempo libero, medicine. Lui non ha mai pagato gli alimenti e Lidia non l’ha mai denunciato, perché a lei non interessavano i soldi: voleva solo il bene dei suoi figli”.



La denuncia di Daniele Mondello: “Sapevamo sarebbe finita così”

Anche il divieto di avvicinamento era decaduto, nonostante l’uomo fosse stato denunciato da Lidia Miljkovic per violenza. Daniele Mondello racconta: “Per loro era una brava persona adesso. E io mi dispero, sa per quale motivo? Perché finché il sistema rimane questo, le donne continueranno a essere uccise. Lidia non sarà l’ultima”. Secondo una prima ricostruzione, sembra che Lidia e Zlatan dovessero incontrarsi, ma non è così, spiega Daniele a Repubblica: “Falso, il rogito ce l’avevamo noi, alle 14.30. Purtroppo me l’ha ammazzata cinque ore prima. Vivevamo in una casa con due stanze ed eravamo riusciti a venderla per comprarne una più spaziosa. In questo modo anche i ragazzi avrebbero avuto la loro indipendenza. Proprio oggi (ieri, ndr) avevamo appuntamento dal notaio”.



Zlatan sapeva dove lavorava Lidia: “Perché continuava a perseguitare lei e la sua famiglia. Conosceva i suoi posti di lavoro e ha deciso di ammazzarla lì, perché è isolato. La casa in cui abitava quell’individuo, ad Altavilla Vicentina, era stata messa all’asta. Lidia diceva sempre che se l’avessero cacciato definitivamente, lui avrebbe combinato qualcosa di terribile. Ed eccoci qua”. La compagna di Daniele aveva paura dell’ex marito: “Ogni volta che usciva di casa era in tensione. Poi, però, aveva deciso di reagire. Non posso vivere nascondendomi per sempre, ripeteva. Una volta i servizi sociali le hanno consigliato di cambiare città. Ci rendiamo conto?”. I figli, rivela Mondello, “Sapevano che prima o poi sarebbe successo. L’aveva detto, che ci avrebbe uccisi tutti”. L’unico problema, per giudici e assistenti sociali, era quello di far riavvicinare il padre ai due ragazzi. Daniele Mondello ha rivelato: “Hanno messo in discussione che Lidia fosse una buona mamma, hanno ipotizzato che io potessi metterli in pericolo con la mia presenza. Ma io, prima di diventare compagno di Lidia, sono anche un suo collega. Io conosco il calvario che ha passato con quell’uomo: un calvario che non è mai terminato”.