Prodotto e organizzato da Live On Stage, da oggi giovedì 26 settembre al 27 ottobre andrà in scena al Teatro Nazionale di Milano Balliamo sul mondo, il musical con i più grandi successi di Luciano Ligabue.

Uno spettacolo musicale tutto italiano, una storia inedita e originale. Questo è Balliamo sul mondo, nato da un’idea di Matteo Forte (Managing Director Stage Entertainment Italy) e Roberto Razzini (Managing Director Warner Chappell Music), con la firma di Chiara Noschese alla regia e al testo originale.



I tredici protagonisti, durante i 2 atti e 20 canzoni del Liga nazionale, raccontano e cantano un decennio, da un Capodanno all’altro, che li porterà dalla maturità all’età adulta.

Le tredici vite dei protagonisti, s’intrecciano al suono di “Certe Notti” e “Non è tempo per noi”, tra “Tra palco e realtà”, “Urlando contro il cielo” e tante altre. Ovviamente passando per “Balliamo sul mondo”, la storica hit di Ligabue che dà il titolo al musical.



Ecco! Questo, e forse altro, è quello che leggerete in questi giorni su tutti i giornali e blog Italiani. Ma siccome qui facciamo informazione, quella vera e sincera e non “sussurrata”, vi racconterò un punto di vista diverso, differente è sincero, come sempre. Forse fuori dal coro, ma che resta un dato ed un punto di vista puramente oggettivo. Ma andiamo per gradi. 

Prima di tutto vorrei rassicurarvi: non è il musical di Luciano Ligabue. Balliamo sul mondo utilizza, con il benestare dell’autore, le canzoni del rocker emiliano. Punto. In seconda battuta, direi che di originale nella storia troviamo ben poco.



Atto I

1990, Capodanno. una comitiva di amici si riunisce per festeggiare l’arrivo del primo anno da maggiorenni. Progetti, speranze, amori, passioni ma anche incertezze, paure e vecchi rancori, s’incrociano sullo sfondo della festa.

La promessa di ritrovarsi dopo dieci anni è l’unico modo per rendere meno tragica e dolorosa la consapevolezza di diventare adulti. 

Atto II

Capodanno 2000. Dieci anni hanno cambiato la vita di ognuno con percorsi e situazioni inaspettate. ritrovarsi e ricostruire insieme, diventa inaspettatamente l’unica salvezza per tutti.

Fine del musical

Forse un po’ troppo minimale la ricostruzione ma, direi che almeno un milione di soggetti cinematografici, teatrali e letterari hanno questa semplice trama narrativa: come eravamo, come siamo diventati. Allora la novità dove dobbiamo trovarla? Nelle canzoni di Ligabue?  Quelle le conosciamo. Nelle varie interpretazioni fatte dagli attori/artisti sul palco? Direi un po’ poco come punto di partenza. Anzi, direi che questo tipo di ”musical” potrebbe aprire le strade ad altri numerosi, ed anche non necessari aggiungerei, musical con la colonna sonora di questo o quel cantante o artista.

Nulla contro l’arte o gli artisti italiani ma, l’originalità, la genialità, l’inventiva che caratterizza nel mondo il popolo italiano, dov’e finita?

Sembra quasi una strategia di mercato. Una storia vecchia come il mondo con canzoni che hanno venduto e creato un numero considerevole di fan. Chissà. Si dice che a pensar male spesso si colga nel segno.

Ma non sarai troppo critico? Dirà qualcuno. In fondo Ligabue ci piace. Certo. Nulla contro Luciano e le sue canzoni ma, una storia originale – che in questo caso non vedo – con canzoni originali create ad hoc – e non è questo il caso – con giovani e promettenti artisti – unica vera realtà è novità presente nello spettacolo – sono ingredienti che creano un’interessante prospettiva verso un probabile e possibile successo. Mentre Balliamo sul Mondo, già dal titolo, ci ricorda… ci ricorda… ecco cosa ci ricorda, proprio lui: Luciano Ligabue. Fine della storia.