SANITÀ, LA PROPOSTA DELLA SINISTRA ALLE ELEZIONI REGIONALI IN LIGURIA: PER ORLANDO SERVE TOGLIERE FONDI AI PRIVATI
A ormai tre giorni dalle Elezioni Regionali Liguria 2024 il rush finale della campagna elettorale per i due candidati favoriti alla poltrona di Giovanni Toti negli ultimi 9 anni porta Andrea Orlando e Marco Bucci – rispettivamente i candidati del “campo largo progressista” e del Centrodestra – rilanciano i propri programmi non lesinando attacchi e frecciate all’avversario. Quanto però avvenuto in queste ore sulla sanità di Regione Liguria merita un sincero approfondimento in quanto la proposta avanzata dall’ex Ministro Pd punta ad un canovaccio storico della sinistra italiana, ovvero quel “centralismo” che vede nel privato più un nemico che non un sostegno.
Ebbene, tanto nell’ultimo dibattito tra i 9 candidati organizzato dal “Secolo XIX” a Palazzo Ducale così come nell’intervista al “Manifesto” Orlando punta il dito contro la gestione sanitaria della giunta Toti considerandola «la peggiore di tutto il Centro-Nord”. Quello che il candidato del Centrosinistra considera come «collasso della sanità» da 200 milioni di euro, si unisce al problema delle liste di attesa e delle spese per curarsi a livello regionale: a tutti questi problemi denunciati da Orlando la proposta è la cara e vecchia “ricetta” statalista, «Se fossi eletto toglierei risorse dal privato per metterle nel pubblico», Non solo, il candidato Presidente alle Regionali punta a chiudere l’agenzia regionale della sanità oltre ad avviare un reclutamento di personale sanitario. Al netto di una discussione che affonda le radici nel secolo scorso, la considerazione del privato convenzionato (tanto nella Sanità quanto nella scuola e in altri ambienti chiave del welfare nazionale) viene spesso ritenuto a sinistra come uno “spauracchio” da cancellare quanto prima per ridare fiato e ossigeno (e fondi) al Sistema Nazionale pubblico. E ogni possibile considerazione di una sanità “sussidiaria”, dove il privato convenzionato agisce da servizio pubblico viene bollata come “dannosa” se non proprio con i sintomi di possibili illeciti nascosti.
Orlando propone molto semplicemente di spostare risorse per la sanità pubblica togliendone da quella privata, così da poter creare le condizioni per azzerare le liste di attesa: accusa Toti e il Centrodestra a sostegno di Bucci di aver in questi anni portato il livello della sanità regionale ai minimi proprio per aver cercato di sostituire il pubblico “buono” con il privato “cattivo”. Una semplificazione estremizzata, ovviamente, ma che non va molto lontano dal pensiero effettivo di Orlando e della coalizione a guida Schlein, Conte e Fratoianni.
COSA PROPONE IL CENTRODESTRA DI BUCCI E LA “RISPOSTA” DI UNA SANITÀ ‘SUSSIDIARIA’
Eppure la soluzione del dilemma sarebbe così semplice e impone di andare oltre le vecchie categorie di “privato” e “statale”: occorre creare e lavorare per una sanità buona e adeguata, competente e “giusta”, dove nessuno rimanga indietro. Se poi a quella sanità concorrono medici, sanitari e impiegati del settore privato convenzionato o dello statale, o del settore comunale/regionale poco dovrebbe importare. E invece no, è il ribaltamento di prospettiva richiesto da sinistra – in questo caso dal candidato Presidente di Regione Liguria Andrea Orlando – che si infrange sulla possibilità di superare le barriere politiche e sociali e provare a comprendere come far evolvere un SSN tutt’altro che “in salute”.
1 miliardo e 200 milioni per 5 nuovi ospedali dati dalle politiche nazionali del Governo e poi ancora il combattere le liste d’attesa garantendo «a tutti i liguri il diritto di curarsi in tempi veloci e con un’assistenza eccellente»: così risponde indirettamente Marco Bucci negli ultimi interventi prima delle Elezioni Regionali in arrivo domenica e lunedì prossimi. I fondi anche in Manovra non sono moltissimi ma occorre fare quello che si può, garantendo il giusto mix di privato e statale – entrambi partecipi del settore sanitario pubblico – per riuscire ad eliminare un problema annoso imperante da anni, tanto in Italia quanto nella stessa Liguria: «oggi pretende di dare lezioni, dimentica che la chiusura degli ospedali e la formazione delle liste d’attesa sono cose dovute all’amministrazione Burlando», attacca il sindaco di Genova rispondendo alle proposte di Orlando. Lo stanziamento sui 5 ospedali è un primo passo e la sinistra, denuncia Bucci, sembra rispondere “niet” preferendo attaccare la gestione Toti sulla sanità. Centralismo e sussidiarietà, due strade tanto presenti quanto opposte per provare a far crescere il welfare e, nello specifico, la sanità pubblica: la parola oggi agli elettori liguri, ma il tema rischia di divenire altamente nazionale viste le posizioni “militanti” di quel “campo largo progressista” che si concepisce all’esatto opposto in tutto con la tradizione liberale-moderata.