La Commissione europea sul portale Safety Gate, tramite la piattaforma apposita RAPEX, ha disposto il ritiro di decine di prodotti cosmetici in tutta Europa a causa della presenza, tra gli ingredienti, del Lilial, nome con cui nota la sostanza Butylphenyl methylpropional. Si tratta, nell’effettivo di un composto chimico che era, fino a qualche anno fa, ampiamente utilizzato in cosmesi per conferire a bagnoschiuma, profumi, deodoranti, creme e shampoo un profumo floreale.
Da una recente indagine della Commissione è emerso come il Lilial, nonostante sia a tutti gli effetti dal marzo del 2022 considerato “non sicuro per l’uso cosmetico”, fosse presente in decine e decine di prodotti. L’elenco, che può essere consultato tramite la piattaforma RAPEX aggiornata costantemente, include anche prodotti ampiamente diffusi come le tinte per capelli di marca Dikson, oppure gli spray fissanti L’Oreal, i deodoranti Borotalco, i profumi Terre selvagge, ma anche shampoo e bagnoschiuma delle linee Brillant colours, Gliss e Garnier. Il contatto con il Lilial, ritengono gli esperti, non dovrebbe avere enormi effetti dannosi, causando al più una reazione allergica, ma che peggiora in base alla quantità di utilizzo, fino ad episodi di sensibilità cutanea e reprotossicità.
Cos’è e perché è pericoloso il Lilial
Il Lilial, nome comune del Butylphenyl methylpropional, ma anche noto con la sigla BMHCA, è una sostanza riconosciuta come allergenica almeno dal 2019, quando il Comitato Scientifico per la Sicurezza dei Consumatori la definì una sostanza “non sicura”. Ampiamente impiegato già a partire dal 1946, quando venne composto, è diventato illegale in tutta Europa dal marzo del 2022 quando la European Chemicals Agency lo classificò come “CMR”, ovvero cancerogeno, mutageno o reprotossico.
Data l’ampissima diffusione del Lilial il suggerimento ai consumatori è quello di non limitarsi a consultare l’elenco dei prodotti ritirati da Safety Gate, ma di verificare direttamente l’eventuale presenza nei prodotti di cosmetica che si possiedono al fine di liberarsene al più presto. A livello di rischi, un Regolamento UE del 2021 ha indicato come sia capace di “danneggiare il sistema riproduttivo, nuocere alla salute del feto e causare sensibilizzazione cutanea“, mentre Fabrizio Zago, chimico, consulente Ecolabel, a Rai News, spiega che il rischio principale è quello allergenico. Con un uso ridotto del Lilial, infatti, si ottiene al più un’irritazione cutanea, mentre i maggiori rischi derivano da un utilizzo massiccio, o per le donne in gravidanza. L’esperto, infatti, evidenzia come “ha un impatto ambientale in quanto l’azione genotossica agisce sugli organismi acquatici, ma negli esseri umani è in grado di nuocere alla salute del feto oltre che produrre un’azione allergizzante”.