Liliana Caselli è la sorella di Caterina. Liliana ha aiutato Caterina collaborando con lei alla realizzazione del documentario “Caterina Caselli – Una vita, cento vite”. Alla ricostruzione degli eventi hanno partecipato cantautori Paolo Conte (che ha scritto per lei Insieme a te non ci sto più) e Francesco Guccini (tra gli artisti scoperti dalla Caselli), il produttore e musicista Giorgio Moroder, il musicista e arrangiatore Mauro Malavasi, i produttori discografici Stefano Senardi e Filippo Sugar (figlio della Caselli) e Liliana Caselli. In un’intervista rilasciata oggi a Serena Bortone nel programma “Oggi è un altro giorno”, Caterina ha raccontato che la mamma ha dato un importante insegnamento a lei e a Liliana: “Mia madre è stata una donna forte che è sempre riuscita a superare gli ostacoli che la vita le ha messo davanti, è stata un bell’insegnamento”.



Liliana e Caterina hanno dovuto affrontare la perdita del padre che si suicidò. Un dolore terribile per entrambe di cui solo di recente Caterina ha voluto parlare. E’ stata proprio Liliana a spronarla: “A quel punto mia mamma non c’era più così ho chiesto a mia sorella Liliana se potessi parlarne pubblicamente e lei mi ha detto «certo, è tutto cambiato adesso». Così ho aperto la cicatrice ed è uscito il mio dolore”.



Liliana Caselli e il suo rapporto con Caterina: “L’ho aiutata a studiare…”

Liliana Caselli è stata uno dei punti fermi di Caterina anche durante la malattia. L’artista ha dovuto combattere contro il cancro tanto da aver dichiarato in un’intervista: “Ho attraversato un lungo periodo difficile. Ho vissuto il male in privato, in famiglia, sotto la parrucca. Poi mi sono abituata ai nuovi capelli che iniziavano a ricrescere. Fino a qualche anno fa pensavo che la mia vita fosse infinita. Questa esperienza mi ha fatto capire che non lo è. Il dolore non si delega: nessuno te lo può togliere”. Le informazioni sulla sorella di Caterina sono davvero poche. Evidentemente la donna è molto riservata perché non sappiamo nemmeno se sia sposata e abbia figli.



Nel documentario Caterina ha ripercorso la sua vita, dall’umile infanzia modenese,  padre salumiere e  madre magliaia, al suicidio del padre quando lei aveva 14 anni, al debutto al Piper giovanissima fino ai grandi successi a partire da Nessuno mi può giudicare che presentò a Sanremo nel 1966. Che però non le diedero mai alla testa perché, come ha detto in una recente intervista a Famiglia Cristiana “con quello che guadagnavo potevo aiutare mia madre e mia sorella che erano rimaste sole. Mia sorella ha potuto continuare a studiare fino a diventare perito chimico, mia madre si è comprata quelle cose a cui aveva dovuto rinunciare, come un frigorifero”.