“Ecco la donna che si uccise per amore di Totò”. Così titolavano i giornali sul suicidio di Liliana Castagnola. L’avvenente cantante e ballerina di origini liguri si tolse la vita all’età di 34 anni per il celebre attore. La vicenda fu inizialmente nascosta dalle cronache: si parlò di un errore nel dosaggio dei sonniferi. Poi è venuta fuori la verità. Il loro amore nacque da un colpo di fulmine. Era l’inizio della fine per la donna. Era una sera del 1929 quando dal palco del Teatro Odeon di Napoli Totò incrociò lo sguardo di Liliana Castagnola. Qualche anno prima era stata oggetto di un duello tra due marinai accecati dalla sua bellezza. Fu espulsa dalla Francia e approdò a Napoli con la fama di “mangiatrice di uomini”, ma non solo per quell’episodio. A Montecatini fu sfiorata da due colpi di pistola sparati per gelosia da un ricco imprenditore milanese che poi si suicidò credendola morta. Quella sera vide il comico più amato del momento e il giorno dopo si vide recitare un mazzo di fiori con un biglietto: “È col profumo di queste rose che vi esprimo tutta la mia ammirazione”.
LILIANA CASTAGNOLA, IL SUICIDIO PER AMORE DI TOTÒ
L’approccio fu cauto e galante, ma poi Totò e Liliana Castagnola ruppero gli indugi. L’attore però presto provò a scappar via da quella relazione pericolosa e sempre più possessiva. Perseguitata da lettere e messaggi anonimi, fu vittima di equivoci e tensioni che coinvolsero la famiglia del comico al completo. Gli propose di mettere su una compagnia con lei, ma Totò aveva firmato con la compagnia della soubrette Cabiria e doveva girare l’Italia. Nel loro ultimo colloquio Liliana Castagnola gli chiese di restare a Napoli, poi minacciò di seguirlo. Il giorno dopo, era il 3 marzo 1930, fu svegliato e invitato a correre verso la pensione degli artisti. Lì trovò il cadavere della donna. Liliana Castagnola si era suicidata. Aveva ingerito una dose eccessiva di Veronal e giaceva sul letto coperta da un lenzuolo bianco. Lasciò un inventario dei suoi oggetti e due biglietti per Totò. Nel primo gli chiedeva di consegnare i suoi effetti personali alla sorella e poi lo attaccava: “Perché non sei voluto venire a salutarmi per l’ultima volta? Scortese, omaccio! Mi hai fatto felice o infelice? Non so”. La seconda lettera invece era più amara: “Antonio, sono calma come non mai. Grazie del sorriso che hai saputo dare alla mia vita grigia e disgraziata. Non guarderò più nessuno… Te lo avevo giurato e mantengo. Stasera, rientrando, un gattaccio nero mi è passato dinnanzi. E ora, mentre scrivo, un altro gatto nero, giù nella strada, miagola in continuazione. Che stupida coincidenza, è vero?”.
IL SUICIDIO DI LILIANA CASTAGNOLA E LA REAZIONE DI TOTÒ
Non riusciva a sopportare l’addio di Totò, quindi Liliana Castagnola si vestì con l’abito più elegante, si truccò e sciolse l’intero tubetto di sonniferi nell’acqua, sdraiandosi sul letto per scrivere l’ultimo messaggio al suo amato. La morte però tardava ad arrivare, infatti fece in tempo a scrivere una seconda lettera. Non è chiaro se Totò cadde ai suoi piedi piangendo e chiedendo perdono. Il Giornale scrive che alla vista del cadavere stramazzò per terra, privo di sensi. Ripresosi, avrebbe raccolto un fazzoletto intriso di rimmel, con cui si era forse asciugata le lacrime in attesa della morte, e le tagliò una ciocca di capelli da conservare. Ma quel che è certo, riporta il Corriere della Sera, è che volle far riposare il corpo di Liliana Castagnola al cimitero di Poggioreale, nella tomba della famiglia dei principi De Curtis, riservandosi la tomba accanto. E quando poi ebbe una figlia dal matrimonio con Diana Roliani, decise di chiamarla col nome dell’amante in memoria del loro amore tormentato.