Il caso di Liliana Resinovich al punto cruciale: il prossimo 5 giugno, la decisione sulla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Trieste e sulle opposizioni presentate dal fratello Sergio Resinovich, dalla nipote e dal marito della vittima, Sebastiano Visintin. Poche ore fa, attraverso i social, riporta Trieste Prima, sarebbe stato annunciato un sit-in di parenti e amici davanti al tribunale perché la vicenda non venga chiusa come “suicidio”. Il primo sostenitore di una ipotesi alternativa al gesto estremo, cioè quella di un omicidio, è proprio Sergio Resinovich, sostenuto dalla posizione dell’amico “speciale” della 63nne, Claudio Sterpin, da sempre convinti che non possa essersi tolta la vita.
In attesa della valutazione del gip, il fratello di Liliana Resinovich avrebbe dichiarato che “familiari, amici e conoscenti saranno presenti davanti al Tribunale alle ore 8:30 per portare con la loro silenziosa testimonianza la volontà e il desiderio che venga resa verità e giustizia per Lilly“. Liliana Resinovich è scomparsa dalla sua abitazione della città friulana il 14 dicembre 2021 e il suo cadavere, contenuto in alcuni sacchi, è stato trovato nel parco dell’ex ospedale psichiatrico San Giovanni il 5 gennaio seguente. Per gli inquirenti, lo scenario possibile all’esito delle indagini sarebbe soltanto uno: una morte intenzionale dopo un allontanamento volontario dalla propria casa.
Liliana Resinovich, l’ora della verità: il gip sta per decidere sull’eventuale archiviazione
La famiglia di Liliana Resinovich si è opposta alla richiesta di archiviazione della Procura e, attraverso i suoi consulenti, ha chiesto che si continui ad indagare sulla sua misteriosa morte. Sono tantissime le ombre non dissipate in sede di indagine, nonostante gli inquirenti propendano per lo scenario di un suicidio. Nessuno, tra i parenti e i conoscenti della vittima, ritiene verosimile un gesto estremo di natura volontaria e per questo il 5 giugno, davanti al Tribunale di Trieste in cui è attesa la decisione del gip, il fratello avrebbe annunciato un sit-in.
Per gli investigatori, finora sarebbe emersa una sola ricostruzione possibile: l’intenzionale allontanamento della donna dalla sua abitazione e un altrettanto intenzionale proposito di porre fine alla propria vita. All’udienza prevista tra pochi giorni saranno sentite le parti e poi il gip deciderà se il caso va archiviato, come sostenuto dal pm, o se sono necessarie ulteriori indagini. Il fratello della vittima ha sempre detto di non credere al suicidio e ha espresso la propria volontà di andare fino in fondo anche con una nuova esumazione della salma per eventuali nuovi accertamenti che risolvano gli ancora tanti dubbi sull’epoca della morte, sulla dinamica e sul contesto in cui sarebbe maturata la sparizione della donna.