Storie Italiane torna a trattare il caso di Liliana Resinovich, la donna trovata senza vita a Trieste nel gennaio del 2022, forse uccisa. In studio, al programma di Rai Uno, vi era Silvia Radin, la cugina della vittima, che ha puntato ancora una volta il dito nei confronti di Sebastiano Visintin, il marito della povera Lily. Silvia ha esternato ancora una volta le contraddizioni dell’uomo: “Due giorni dopo la scomparsa è venuto a casa mia e mi ha detto che sta tutto nei cellulari di Liliana Resinovich, ma se dici che non li avevi visti perchè mi dici questa cosa?”
“E poi come mai il suo cellulare non prende dentro quel magazzino solo quel giorno? E poi ha detto che Liliana la notte piangeva e tu non ti preoccupi di chiamarla durante la giornata? Lui mi ha detto che era tutto sotto controllo poi abbiamo scoperto che non era vero. Io non sto dicendo che lui ha fatto del male a Liliana ma tutte le sue bugie e contraddizioni portando su quella strada. Poi il famoso cordino, la telefonata a Sergio in cui dice che hanno “una cosa in comune”.
LILIANA RESINOVICH, SILVIA RADIN E LE PERQUISIZIONI A CASA DI CLAUDIO
“Ma come si fa? – si domanda ancora la cugina di Liliana Resinovich – come si fa a dire che non si ricorda cosa è successo il 14 dicembre 2021? Io so per filo e per segno cosa ho fatto la mattina che è morto mio marito 8 anni fa. Lui ha fatto tutto il possibile? Non ha chiamato i parenti del padre, non si è attivato”.
Su Claudio Sterpin: “Io sono convinta che lui lo sapesse perché lo ha detto lui stesso. Lui mi ha detto che forse Liliana sarebbe salita in auto con qualcuno e ha ipotizzato anche un amante. Quel giorno viene a casa mia e mi dice che avevo una bella casa, ma cos’hai in testa? Poi mi ha detto che ha fatto la lavatrice e che ha lavato per terra con la candeggina: lui che non ha mai preso una scopa in mano a lavato a terra con la candeggina? Mi aveva chiesto se potevo pulire io in casa sua ma io gli ho detto di andare a cercare Liliana. Non è possibile che un marito si comporti così. Due giorni dopo la scomparsa”.
LILIANA RESINOVICH, SILVIA RADIN E LE PERQUISIZIONI A CASA DI CLAUDIO
Silvia Radin ha poi commentato la vicenda delle ultime ore circa la perquisizione in casa di Claudio Sterpin: “Anche io ho le botole, venivano fatte per controllare le fondamenta, siamo in una zona di terremoti, e lo fanno per le ispezioni. Se vogliono vedere nessun problema… hanno anche detto che noi abbiamo ucciso Liliana Resinovich e le abbiamo nascoste a casa mia, quindi se vogliono venire a vedere le botole gliele apro io”.
“Perché poi Claudio Sterpin avrebbe dovuto uccidere Liliana Resinovich? Per prendere la sua pensione? O forse io? Adesso troviamo il pelo nell’uovo dando la colpa a Claudio visto che sta uscendo qualcosa di importante. Bisogna cercare i moventi, ce ne sono tantissimi ma nessuno va a vedere. Le indagini su Sebastiano non sono state fatte, cos’hanno visto? Non possiamo farle noi parenti”.
LILIANA RESINOVICH, L’AVVOCATO COZZA: “IL NOSTRO OBIETTIVO L’ABBIAMO RAGGIUNTO”
L’avvocato di Silvia Radin, Cozza, in collegamento con Storie Italiane, ha aggiunto: “Il nostro obiettivo dopo aver fatto tanto, era di iniziare a parlare di omicidio, questo è un dato che abbiamo raggiunto con grandi sforzi, lo fanno i nostri consulenti da molto tempo, e oggi ci troviamo qui. Attendiamo quindi l’esito della consulenza poi vedremo cosa fare, in questo momento abbiamo dato tanto poi spetterà a chi fa le indagini capire se si è trattato di un omicidio ed un eventuale responsabile”.
“Il marito ha tenuto dei comportamenti lacunosi od opachi ma non abbiamo mai puntato il dito verso Sebastiano, abbiamo chiesto anche indagini su Claudio, poi sarà la Procura ad indirizzare le indagini, ha molti elementi”. E ancora: “Se verrà confermato che Liliana Resinovich è morta per asfissia e quel cordino non serviva per ucciderla, ma risulterà fondamentale: perché c’è quel cordino sulla scena del crimine, perché ci sono quelle buste?”.
LILIANA RESINOVICH, L’AVVOCATO COZZA: “SEBASTIANO E QUEL CORDINO…”
L’avvocato Cozza ha precisato: “Due giorni prima del ritrovamento del cordino, era stato chiamato Sebastiano per l’esame del DNA. Il cordino è spuntato all’improvviso dopo che la casa era stata perquisita fino in fondo. Nell’atto si parla di dichiarazioni di Sebastiano non attendibili in merito al cordino, che è comparso improvvisamente… quindi vediamo cosa succederà. Noi non abbiamo nulla verso di lui, bisognerà capire innanzitutto se si tratta di omicidio, gli inquirenti devono lavorare ancora molto”.
Seconda Silvia Radin: “Gli inquirenti hanno sbagliato, hanno subito parlato di suicidio: come si fa a trovare una persona in un boschetto dopo 20 giorni sparita da casa e non interrogarsi prima se si sia trattato di un omicidio?”, ponendosi poi altre domande lecite: “Perché non se le è poste anche il marito?”.