Le indagini sulla morte di Liliana Resinovich proseguono e non si esclude la svolta. In questi giorni gli inquirenti starebbero sentendo nuovamente tutti i conoscenti della 63enne e poche ore fa, secondo quanto anticipato da Quarto Grado, l’amico “speciale” di Liliana Resinovich, Claudio Sterpin, sarebbe stato convocato in Procura a Trieste. Interrogato, stando alla trasmissione di Gianluigi Nuzzi che oggi torna sul caso, dopo il marito della vittima, Sebastiano Visintin.



Quest’ultimo avrebbe parlato con gli investigatori il 28 novembre scorso, per circa due ore, e il focus del colloquio sarebbe stato il ritrovamento di un gomitolo in casa il cui materiale sarebbe ritenuto compatibile con il cordino rinvenuto intorno al collo di Liliana Resinovich. Il marito della donna si dice sereno e sostiene di essere stato chiamato da chi indaga per “ripercorrere le cose dette” finora, forse nell’ottica di una conclusione delle indagini. Claudio Sterpin, davanti alle telecamere di varie trasmissioni televisive, ha sempre respinto l’ipotesi di un suicidio esattamente come il fratello della 63enne, Sergio Resinovich. Ma c’è di più: Sterpin è arrivato a puntare il dito contro il suo “rivale”, Sebastiano Visintin, indicandolo come persona informata di ben più cose rispetto a quelle che avrebbe dichiarato effettivamente circa la scomparsa della moglie e il loro rapporto coniugale (secondo Sterpin, ormai logoro e prossimo alla fine a ridosso della sparizione di Liliana Resinovich).



Liliana Resinovich: anche Claudio Sterpin interrogato in Procura

Quarto Grado oggi torna sul caso di Liliana Resinovich e annuncia una anticipazione sull’attuale fase investigativa. Stando a quanto riportato dalla trasmissione di Rete 4, dopo aver ascoltato per circa due ore Sebastiano Visintin, marito della vittima, gli inquirenti avrebbero interrogato anche Claudio Sterpin, quell’amico “speciale” della 63enne che si è detto suo amante e futuro convivente se quel 14 dicembre 2021 di lei non si fossero perse le tracce.

Il giallo di Liliana Resinovich continua a tenere banco con un carico importante di domande ancora senza soluzione. Su tutte, cosa avrebbe fatto e dove avrebbe trascorso i quasi 20 giorni che, secondo la consulenza medico legale disposta dalla Procura di Trieste, sarebbero intercorsi tra la sua sparizione e il decesso (dato come intervenuto entro le 48-60 ore precedenti il ritrovamento del cadavere del 5 gennaio seguente). Un mistero che non trova via d’uscita nelle righe della ricostruzione finora portata avanti dagli investigatori, convinti che la donna si sia suicidata infilando la testa in buste di nylon. Davanti alle telecamere, Claudio Sterpin e Sebastiano Visintin non si sono risparmiati accuse reciproche: il primo sostiene che il marito di Liliana Resinovich non abbia detto ancora tutto, il secondo lo dipinge come un “mitomane” che avrebbe inventato la storia della relazione extraconiugale perché mosso dal suo desiderio, a suo dire insoddisfatto, di costruire un rapporto sentimentale con la 63enne.