Si torna a parlare del caso di Liliana Resinovich stamane negli studi di Storie Italiane, tutti gli aggiornamenti sulla drammatica vicenda che vede la povera triestina trovata senza vita nei boschi a gennaio di due anni fa. Claudio Sterpin ha parlato stamane nuovamente con Storie Italiane, lui che è stato forse l’ultimo ad aver sentito Liliana Resinovich: “Quando l’ho sentita la sua voce era normale, dovevamo incontrarci fra le 9 e le 9:30, dipendeva da quando Sebastiano se ne andava di casa. Mi ha detto che avrebbe fatto un po’ più tardi e che doveva passare dal negozio di telefonino, è stata una telefonata brevissima”.



Quindi Claudio Sterpin aggiunge: “Secondo me quella mattina ha incontrato qualcuno con la macchina che le ha dato un passaggio o forse ha preso il bus e poi qualcuno potrebbe averla presa in macchina, magari qualcuno che conosce”. Storie Italiane ha parlato anche con Gabriella, amica di Lily: “Le ho mandato un messaggio dicendole che c’era un regalo per lei ma due minuti dopo mi è arrivato un messaggio di Sebastiano dicendomi che non era ancora arrivata a casa Liliana. Allora sono andato a casa di Lily e ho chiesto se potevo vedere l’armadio se mancavano dei vestiti, ho notato tutto in ordine, nulla di anormale. La famosa borsa di Lily? Non c’era”.



LILIANA RESINOVICH, LE PAROLE DELL’AVVOCATO DELLA FAMIGLIA

Federica Obizzi, avvocato della famiglia Resinovich, ha commentato sempre a Storie Italiane: “Siamo in un momento di atti irripetibili, è molto interessante che sia stata disposta una seconda autopsia, è vero che son già passati due anni ma si spera di riuscire a trovare quel qualcosa di più che dia una svolta al caso. Dati di fatto oggettivi sono stati raccolti moltissimo in questo periodo e su questo bisogna continuare a battere e tenerli tutti in considerazione”.

In studio a Storie commentano: “Questo è un omicidio premeditato e quindi nella premeditazione c’è qualcuno che può aver messo in scena tutto. Il ritrovamento del corpo è tutto organizzato, è un’organizzazione perfetta, non ci sono tracce, ci sono i cordini”.