La diretta odierna di Chi l’ha visto è tornata ad occuparsi – come fece fin dal principio nell’ormai lontano dicembre del 2021 – del caso di Liliana Resinovich, con ospiti in studio sia il fratello della donna morta in condizioni non ancora definite nel dettaglio Sergio Resinovich e la genetista e consulente della famiglia Marina Addati per commentare tutti gli ultimissimi sviluppi della vicenda: solo recentemente – infatti – il quotidiano Il Piccolo ha anticipato uno dei risultati dell’autopsia sul corpo di Liliana Resinovich sul quale sembrano essere stati rilevati segni di lesioni procurate da persone terze non ancora identificate.
L’autopsia svolta dalla dottoressa Cattaneo sul corpo di Liliana Resinovich – spiega Il Piccolo, citato da Chi l’ha visto – evidenzierebbe infiltrazioni emorragiche al cervello, al labbro, ai polmoni, sullo sterno e sulla mano destra, positive alla glicoforina che dimostrebbe il fatto che le sono state cagionate quando era ancora in vita, ma anche una frattura perimortale – ovvero, anche in questo caso, precedente al decesso – alla seconda vertebra toracica T2; il tutto incompatibile con una caduta accidentale, smentita ulteriormente dalle altre lesioni evidenti che presenta il corpo, dalle escoriazioni sul dorso delle mani, fino all’ematoma in testa.
In tutto questo, va considerato che i primi rilevamenti sul corpo di Liliana Resinovich – prima che ancora che venisse identificato, subito dopo il ritrovamento in quel boschetto – furono fatti in modo scorretto, con il consulente della famiglia Vittorio Fineschi che a Chi l’ha visto spiega che “i dati sono completamente falsati perché hanno maneggiato la testa, e questo ovviamente vince la possibile rigidità cadaverica sul collo che, infatti, viene evidenziata come singolare”, precisando peraltro che furono “movimenti di testa giustificati dal fatto che volevano identificarla, che non era una priorità”.
La consulente della famiglia di Liliana Resinovich: “Ecco perché l’autopsia dimostra che le ferite sono precedenti alla morte”
A prendere la parole per prima nello studio di Chi l’ha visto è la dottoressa Abbaddi che – commentando i presunti risultati dell’autopsia su Liliana Resinovich – spiega e precisa che “la glicoforina è una sostanza rilevabile pre mortem perché quando un organismo è vivo mette immediatamente in atto un’azione di riparazione e questo è un indice di vitalità della ferita. Se il processo non c’è, è una ferita post mortem ma se ci sono riparazioni già in atto vuol dire che è stata fatta molto prima” rispetto al decesso.
Similmente, la biologa ci tiene anche a ricordare che “il taglio del cordino” operato durante la rilevazione del corpo “ha provocato la fuoriuscita dei liquami di decomposizione del corpo, diluendo il materiale biologico che poteva esserci e infatti è stata trovata solo una traccia di cromosoma Y neanche completo”, precisando che “tanto DNA di Liliana ha coperto quella traccia di uomo“; così come non torna il fatto che i sacchi siano stati toccati da Liliana Resinovich per il presunto suicidio visto che non presentavano tracce di DNA della donna che – al contempo – non indossava guanti.
Presente in studio – ma in chiamata – anche il fratello di Liliana Resinovich, Sergio, che ha ricordato che “io da sempre credo che mia sorella non si sia uccisa, ma le indagini sono partite con questo pregiudizio”, nella speranza che “possiamo arrivare ad una qualche giustizia perché ci sono troppe cose che non tornano e non posso credere che lei si sia suicidata, mai l’avrebbe fatto e mai ci avrebbe pensato. Sono state fatte tante prove che dimostrano – spiega in chiusura – che lei era là da poco tempo, che tutto era pulito e a posto, era impossibile che fosse rimasta là tanto tempo”.