E’ una svolta importante quella riguardante le indagini sulla morte di Liliana Resinovich. Le indiscrezioni emerse dopo la seconda autopsia fanno chiaramente capire che la povera donna di Trieste sarebbe stata aggredita, visto che una serie di lesioni sarebbero state individuate sul suo corpo, a cominciare da quelle nuove alla mano e alla vertebra, chiari segni che ovviamente farebbero pensare ad uno scenario completamente diverso rispetto all’ipotesi iniziale del suicidio.
“Noi abbiamo sempre dichiarato – le parole a Storie Italiane di Sergio, il fratello di Liliana Resinovich – che lei fosse stata aggredita e adesso viene riscontrato dalle prove medico-scientifiche, adesso aspettiamo il responso finale per vedere come andare avanti. La prima volta mi avevano mostrato la foto con il lato sinistro del viso di Liliana Resinovich, il lato destro mai mostrato e non ho neanche mai potuto vederla, e ora capisco perchè non me l’hanno mai mostrato, perchè gli inquirenti hanno puntato subito, con pregiudizio, sul suicidio”.
LILIANA RESINOVICH, SERGIO: “NON MI HANNO MOSTRATO IL VISO…”
E ancora: “Non mi hanno mostrato l’altra parte del viso perchè altrimenti dovevano darmi ragione, io dicevo dall’inizio che era stata bastonata. Volevano farmi credere”. Eleonora Daniele ribatte: “Stando a quello che dici tu c’era qualcuno che non voleva mostrarti la verità, ma perchè?”, e Sergio ha replicato: “Io credo che non volevano che non sapesse che mia sorella fosse stata aggredita…, non l’ho mai vista, non me l’hanno mai mostrata sul lato destro. Mai visto in tutta la mia vita una cosa del genere, quando chiamano un parente per il riconoscimento mostrano la persona, a prescindere da come sia il corpo”.
Eleonora Daniele replica: “Noi dobbiamo fare molta attenzione nel momento in cui un famigliare dice che non gliel’hanno mostrata per nascondere qualcosa… quello che dice lo accetto come testimonianza ma dobbiamo fare attenzione a ciò che viene detto. Se qualcuno non ti ha voluto appositamente mostrarti tua sorella vuol dire che c’era qualcuno che ti stava nascondendo la verità e questo significa una connessione con un presunto assassino, ci dobbiamo andare piano su questo.
LILIANA RESINOVICH, ELEONORA DANIELE E LE PAROLE DI SERGIO
E ancora: “Io non credo che qualcuno non abbia voluto mostrarti qualcosa, anche perchè poi bisogna fare nomi e cognomi, è una cosa pesante. Noi dobbiamo dare riscontro a quello che si dice se no io mi devo discostare”. Ovviamente anche noi ci discostiamo dalle parole di Sergio Resinovich.
La cosa più probabile è che tre anni fa, visto che si parlava di suicidio, non abbiano voluto far vedere la parte del viso di Liliana Resinovich semplicemente perchè “tumefatta” o comunque segnata, una visione che ovviamente avrebbe potuto scioccare i parenti della vittima. “Io in quel periodo non ero seguito da alcun avvocato, mi hanno chiamato chiedendomi se avessi voluto riconoscere il corpo di mia sorella, invece mi hanno mostrato una fotocopia di una foto e tramite la stessa ho riconosciuto il viso di mia sorella, ma solo da un lato e non dall’altro lato.
LILIANA RESINOVICH, SERGIO: “C’ERA DEL SANGUE SULLA GUANCIA…”
Sergio ha proseguito: “C’era un po’ di sangue sulla guancia sinistra, gli chiesi se fosse stata bastonata ma mi dissero che era l’ipostasi, io non ero preparato. Ma non mi hanno mai detto perchè non mi hanno mostrato il corpo. Io sto aspettando una risposta – aggiunge il fratello di Liliana Resinovich – vediamo come agirà la procura”.
In collegamento anche l’avvocato Cozza, legale di Silvia Radin, cugina della vittima: “Noi siamo intervenuti in una fase successiva, non durante la prima autopsia. La prassi è quella del riconoscimento ma anche di nominare un consulente che possa intervenire in sede autoptica, partecipando agli accertamenti. In questo caso ritengo che Sergio non l’abbia fatto nell’immediatezza ma c’era un consulente medico legale che era di Sebastiano. La segnalazione di Sergio non la ritengo importante, ci sono le immagini dell’autopsia, il problema è l’esito dell’autopsia”.
LILIANA RESINOVICH, L’AVVOCATO COZZA: “QUALCOSA DI SBAGLIATO È STATO FATTO”
L’avvocato Cozza aggiunge: “E’ evidente che c’è stato qualcosa che non è andato nella prima autopsia, e oggi sono emerse nuove lesività nonostante le condizioni molto più difficili del povero corpo di Liliana Resinovich di cui vi era davvero poco, se questa attività fosse stata fatta in un altro modo avremmo già ottenuto i risultati di oggi”. Gabriella, cara amica della vittima, ricorda: “Non bisogna essere CSI per vedere come sono state fatte le indagini sul corpo”.
“Il cadavere è stato inquinato, non occorre essere della scientifica, basta vedere le immagini della scena del crimine. Hanno spostato il corpo prima dell’arrivo del medico legale, non si fa. Il medico quando arriva sulla scena non sa cosa sia accaduto, un suicidio o un omicidio. Lei è stata messa nel sacco salma prima dell’arrivo dell’esperto, hanno buttato tutto dentro, lo hanno lasciato macerare 5 giorni all’obitorio poi hanno tirato fuori tutto, è stato fatto un cocktail. Tutto è cominciato male”.