Caso Liliana Resinovich, Fulvio Covalero, amico di vecchia data della donna ribadisce la propria versione su quanto può essere accaduto. “L’aggressione verbale e fisica che ha subìto Liliana a me sembra messa in atto da qualcuno che ha perso la testa. Io sono convito per uno scompenso cardiaco derivato da una violenza fisica e verbale, lo sostengo da più di un anno” ha dichiarato in qualità di ospite della trasmissione Quarto Grado, in onda su Rete 4.
Sul luogo del ritrovamento del corpo, a cui Fulvio Covalero si era avvicinato quando ancora gli inquirenti non avevano concentrato le ricerche su tale zona, afferma che “se noi puntiamo l’ago di un compasso sulla chiesetta e portiamo la matita dove è stato trovato il corpo, attorno a questo perimetro non c’è un altro posto dove si sarebbe potuto lasciare il corpo di Liliana. Quello è il posto più vicino. Dove c’è la discesa sotto la chiesetta ho pensato che sarebbe stato più facile lasciare lì il corpo, io dico che non l’hanno lasciato là perché mancava il terzo elemento, il bosco”, quello in cui Liliana Resinovich era solita fare le sue passeggiate.
Liliana Resinovich, Fulvio Covalero: “Sterpin mi chiamò il 25 dicembre e…”
Fulvio Covalero, amico di lunga data di Liliana Resinovich, commenta anche alcune affermazioni di Claudio Sterpin. Ospite nello studio di Quarto Grado su rete 4, dichiara che “Claudio mi ha chiamato il 25 dicembre, se sbaglio ci sono i tabulati e forse anche le registrazioni. Al 26 dicembre lui mi ha accompagnato su per la collina, io poi sono tornato giù a piedi. Siccome sembrava che Liliana non fosse mai scesa, lei non poteva che essere salita. L’idea è stata mia”. E precisa che Claudio Sterpin, a differenza di quanto emerso negli ultimi tempi, “non cercava un corpo in un sacco nero, questa storia è venuta fuori quando io ho visto quel sacco nero disteso sul pianale”.
Caso Liliana Resinovich, Fulvio Covalero sottolinea che “quando Claudio ha parlato e ha detto che sarebbe stata ritrovata in un sacco nero, tutti si sono concentrati sulla parola ‘nero’, però nessuno si è concentrato sul fatto che lui avesse parlato dei sacchi dicendo ‘se è stata ritrovata dentro a dei sacchi non va bene’. Perché ha detto questo?” si domanda, facendo riferimento ai sospetti sollevati durante la trasmissione sul fatto che Claudio Sterpin sembrasse conoscere in anticipo il colore dei sacchi in cui sarebbe poi stata ritrovata Liliana Resinovich. Un giallo ancora senza movente né colpevoli, per il quale si spera in una svolta in seguito all’analisi e alla raccolta di alcuni campioni di dna.