Storie Italiane si è soffermata stamane ancora una volta sul caso di Liliana Resinovich, vicenda su cui si sono riaccesi i riflettori dopo le ultime novità in merito ad una presunta aggressione subita dalla stessa vittima, così come si evince dalle ferite al volto. Gabriella, cara amica di Liliana Resinovich, è tornata sugli orari di Sebastiano Visentin, il marito della donna, nella giornata del 14 dicembre, quella della scomparsa di Lily: “La storia della Go Pro sembrerebbe fare buchi da tutte le parti – racconta proprio Gabriella – e poi le schedine non sono mai state consegnate”.



“Forse il signor Sebastiano non ha consegnato bene agli inquirenti tutti i video e gli spezzoni, qualcosa non torna negli orari. Non ho mai capito perchè gli inquirenti non abbiano mai controllato il computer della bicicletta di Sebastiano, visto che le bici con pedalata assistita registrano i km fatti, non capisco”.



LILIANA RESINOVICH, I TABULATI DI SEBASTIANO DEL 14 DICEMBRE

Storie Italiane mostra anche i tabulati di Sebastiano Visentin il 14 dicembre, sempre il giorno della sparizione, in cui il telefono sembrerebbe essere spento. Inoltre, viene sottolineato come nel suo “ufficio” dove sistema i coltelli quella mattina dice di non esserci campo, mentre in altre occasioni in cui lo stesso si trova in quel luogo il campo risulta esserci.

In collegamento con Storie Italiane anche Sergio, il fratello di Liliana Resinovich, che in merito al racconto di Sebastiano precisa: “Di quella mattina non torna niente, lui dice che va in magazzino in macchina ma non ricorda dove ha parcheggiato, poi però al pomeriggio dice di andare a ritirare la macchina. Dice anche che gente l’ha visto che lui era in magazzino ma nessuno testimonia a riguardo. Lui usava sempre la moto per andare in magazzino perchè non ci sono parcheggi. Poi ci sono tre ore di buco che lui non ha spiegato, dicendo che non c’è campo nel magazzino, non è vero, io ci sono stato parecchie volte lì e il telefono prendeva sempre”.



LILIANA RESINOVICH, IL FRATELLO SERGIO SI APPELLA AL NUOVO PROCURATORE

Sebastiano ha raccontato che spesso quando lavorava i coltelli spegneva il telefono, ricorda Edoardo Lucarelli di Storie Italiane, sottolineando come il tutto sia oggetto di una consulenza da cui ci si attendono risposte molto importanti.

“Noi abbiamo chiesto di indagare ancora… chi legge il fascicolo vede che non sono state fatte bene le indagini, ci sono parecchi momenti della mattinata ma senza specificare il perchè e io mi auspico che il nuovo procuratore abbia il desiderio di approfondire e di spiegare tutte queste lacune che mancano dall’inizio, chi non ha lavorato bene all’inizio abbia l’umiltà di ripartire”. In studio l’avvocato Sgrò concorda: “Ci sono state delle lacune nelle indagini e chi ha lavorato male fino ad ora speriamo che non faccia da ostacolo perchè tante volte accade proprio questo”.