La scomparsa di Liliana Resinovich è ancora un mistero, ma il marito Sebastiano Visintin ha le idee chiare su cosa potrebbe essere accaduto tra la donna e l’amico di 82 anni: “Lilly probabilmente era diventata succube di lui, che le aveva chiesto una mano perché era solo. Magari le cose sono degenerate piano piano e lei non se ne è accorta. È stata plagiata. Il fatto che lui dica che mia moglie non stava bene con me e voleva lasciarmi è impressionante. È una persona forte, intelligente e dominante e ciò mi spaventa, forse si è accorto che era una donna eccezionale e voleva portarsela via”, ha detto nel corso della puntata di Storie italiane di mercoledì 5 gennaio.



L’uomo, nel dettaglio, ha detto agli inquirenti che la sessantatreenne di Trento gli aveva annunciato il a metà dicembre la volontà di separarsi dal marito, tanto che qualche giorno dopo sarebbero dovuti partire per un weekend. Una versione che Sebastiano Visintin nega totalmente: “La mattina della scomparsa non ho notato niente, abbiamo fatto colazione e ci siamo salutati”. La donna sarebbe dovuta andare, secondo la ricostruzione, ad un incontro con le amiche e successivamente a svolgere alcune commissioni, ma nessuno l’ha vista. Il registro telefonico rivela che alle 8.22 Liliana Resinovich ha ricevuto una chiamata proprio dall’amico di 82 anni. “È dopo quella telefonata che è cambiato tutto”, commenta. E precisa: “Non credo le abbia fatto del male, ma che l’abbia condizionata. Ha avuto una responsabilità diretta su ciò che lei aveva intenzione di fare”.



Liliana Resinovich, il marito: “È stata plagiata da amico”. Il mistero del telefonino

Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich, punta il dito contro l’amico di 82 anni della donna a Storie italiane, parlando anche del mistero dei telefonini: la donna ne aveva due (uno per i social e l’altro per le chiamate), ma entrambi sono rimasti a casa quando è uscita. “È uscita di casa soltanto con le chiavi, senza prendere nulla. Probabilmente aveva bisogno di prendere aria, magari ha fatto una passeggiata qui vicino. Dove è andata non lo so”, ha raccontato. E sulle tempistiche della denuncia: “Quel giorno ho trascorso la mia vita nella normalità. Quando sono rientrato ho visto i telefonini e pensavo li avesse dimenticati. Ho visto che c’era una chiamata persa e alcuni messaggi. Ho aspettato fino a tardo pomeriggio che tornasse, ma nulla”.



Successivamente l’uomo ha controllato le chat nel telefono e ha trovato proprio quella con l’amico di 82 anni: “C’erano alcuni messaggi incomprensibili. Non erano messaggi d’amore, ma parole. Si scambiavano messaggi in codice, è questo che mi fa impazzire. Io ho subito detto agli inquirenti che lì dentro c’erano le risposte”. Infine, Sebastiano Visintin ha rivolto un appello alle amiche di Liliana Resinovich: “Se sapete qualcosa, ditelo. A me non interessa niente dei soldi e di altri discorsi, a me interessa che Lilly torni a casa”.