Sebastiano Visintin dopo un lungo silenzio e numerose supposizioni mosse sul conto da familiari ed amici della moglie – morta in circostanza che non sono ancora state completamente chiarite – Liliana Resinovich ha deciso di intervenire nello studio di Ore 14 per parlare ancora una volta della sua versione sull’accaduto, di quello che prova da ormai quasi tre anni passati distante dalla moglie: “Dopo tre anni – spiega subito Sebastiano Visintin – vivere e stare in casa, vedere le sue cose e i suoi vestiti è allucinante”, tanto quanto lo è dover “giustificare i miei alibi” pur non essendo soggetto a nessuna indagine formale.
Partendo dalle voci che dubito sullo scarso campo all’interno del suo magazzino – che giustificherebbero un buco orario nei tabulati del suo cellulare che sembra immotivato – Sebastiano Visintin spiega che “il mio magazzino era un corridoio molto lungo, chiuso nella prima parte e poi con un’altra parte dove facevo il lavoro e ogni tanto tenevo il telefono nell’ultima zona dove campo non c’era” pur chiarendo che “ma facendo le prove adesso probabilmente prenderebbe perché nell’arco di tre anni avranno potenziato le linee”.
Sebastiano Visintin: “Sterpin? Non credo a nessuna delle sue parole”
Complessivamente, sull’accaduto Sebastiano Visintin crede che “gli inquirenti abbiano fatto tutto quello che potevano fare” ricordando in particolare che “nei primi giorni la questura veniva ogni giorno da me a fare rilievi” spiegando anche che “io ho pensato ad un allontanamento volontario perché me l’avevano detto gli inquirenti” confessando per la prima volta che “subito anche io ho pensato che qualcuno l’avesse portata via” negando di aver mai creduto veramente all’allontanamento.
Dal conto suo – comunque – Sebastiano Visintin ci tiene a chiarire che “io non credo che sia uscita di casa per suicidarsi” passando poi al tema di Claudio Sterpin per precisare che “di quello che dice io non credo a nulla” ricordando che “avevamo dei progetti, a febbraio dovevamo partire per un viaggio che avevamo già organizzato”, avanzando anche la suggestiva ipotesi che “ho anche pensato che potrebbe averle fatto qualcosa” chiedendo che si indaghi soprattutto su chi “è andato in questura a dire di cercare il corpo in quel posto”.
“Quello che dice Claudio – spiega ancora Sebastiano Visintin – sono cose sue, ma conta solo quello che la procura dice e ascolta” soffermandosi poi anche sui punti dubbi di “quella giornata: i vicini che sono entrati in casa mia con uno stratagemma, che non mi hanno informato che Liliana era scomparsa o che avevano avuto il contatto con Sterpin… Vorrei capire – conclude – perché e cosa avessero da nascondere“.