Le risposte della seconda autopsia sul corpo di Liliana Resinovich, ritenute potenzialmente dirimenti per risolvere il giallo di Trieste, slittano ancora dopo la proroga concessa in precedenza al collegio di consulenti incaricati dalla Procura dopo il rigetto dell’archiviazione da parte del gip.
Per il deposito della consulenza Cattaneo – che porterà la firma della famosa anatomopatologa, dei medici legali Stefano Tambuzzi e Biagio Eugenio Leone, e dall’entomologo Stefano Vanin – occorrerà attendere un altro mese rispetto al posticipo inizialmente previsto per metà gennaio. Si va quindi verso il 15 febbraio prossimo quando gli esperti potranno consegnare la relazione conclusiva sui nuovi accertamenti confezionando, forse, una svolta nel mistero.
Liliana Resinovich, la Procura concede una proroga per la nuova consulenza medico-legale
La Procura di Trieste ha quindi concesso una ulteriore proroga di 30 giorni alla dottoressa Cristina Cattaneo per concludere tutti gli accertamenti sul cadavere di Liliana Resinovich e provare a dare nuove risposte agli spinosi interrogativi che costellano il caso.
Liliana Resinovich era scomparsa dalla sua casa coniugale il 14 dicembre 2021, ritrovata senza vita nel parco dell’ex ospedale psichiatrico cittadino il 5 gennaio seguente in condizioni piuttosto singolari. Il corpo della donna era contenuto in due grandi sacchi neri della spazzatura, la testa avvolta in due buste di nylon per la spesa chiuse intorno al collo con un cordino lasco. La prima tesi della Procura, su cui ha incardinato l’istanza di archiviazione poi rigettata dal gip, parlava di suicidio. Tante, troppi però gli elementi che potrebbero deporre per lo scenario di una morte violenta: secondo i parenti della vittima, si sarebbe trattato di omicidio.