Dopo l’ospitata nel primo pomeriggio ad Ore 14, la cugina di Liliana Resinovich è comparsa anche nello studio della trasmissione La Vita in Diretta, dove ha ribadito quanto detto già alcune ore prima, aggiungendo un paio di suggestioni (se non altro) interessanti: sottolineando che la cugina non possa essere rimasta completamente intonsa per 21 giorni nel bosco, ipotizza che “sia stata refrigerata da qualche parte”, ricordando che “ha il piede e la mano macerata”; il tutto per ricordare che in passato Piergiorgio – figlio del Sebastiano marito della vittima – possedeva una pizzeria “a Padriciano, dove ci sarebbe tutto il necessario per fare questo”.



“Le indagini – continua la cugina di Liliana Resinovich – non sono proprio state fatte” ed è ora che si arrivi ad una svolta e si restituisca giustizia alla famiglia che fin dalle primissime fasi di questa intricata vicenda ha sempre avanzato dubbi sulla figura di Sebastiano: “Ha fatto tutto lui questo caos – spiega la cugina – perché se fosse stato veramente un marito latte e miele gli saremmo stati vicini. Ha imbastito questo circo raccontando bugie su bugie, colpevolizzando noi senza fare niente per trovarla”; ma ci tiene a mettere in chiaro che “non diciamo che sia il colpevole, ma pensiamo che lui sappia molto di più di quello che racconta”.



LA CUGINA DI LILIANA RESINOVICH: “NESSUNO HA MAI INDAGATO VERAMENTE SU SEBASTIANO”

Si riaccende il clamore mediatico attorno alla – ancora misteriosissima – morte di Liliana Resinovich misteriosamente scomparsa nel dicembre del 2021 e trovata cadavere in un bosco di Trieste solamente il 5 gennaio dell’anno seguente: i dubbi sul decesso sono molti, a partire dal movente ed arrivando fino all’effettivo responsabile con indagini che per ora non hanno ancora visto nessun sospettato iscritto nel registro degli indagati. Tra le poche certezze – però – ora una nuova perizia conferma che Liliana Resinovich potrebbe essere morta proprio il 14 dicembre (giorno della scomparsa) e non le 48/60 ore prima del ritrovamento indicate dal medico legale.



Proprio su quest’ultima certezza si è soffermata la cugina della 63enne Silvia Radin, intercettata ed intervista – assieme peraltro a Claudio Sterpin – dalla redazione di Ore 14 con cui ci tiene a mettere subito in chiaro che “la data del 14 dicembre è quella che abbiamo sempre prospettato” senza mai ricevere attenzioni da parte della procura: “Sicuramente – spiega e precisa – il corpo non è rimasto nel bosco 21 giorni” perché oltre ad essere “troppo pulito” non era stato “aggredito da nessun animale selvatico. Noi crediamo che si rimasta altrove (..) e poi depositata qui”, auspicando che ora si indaghi anche “sugli altri 25 punti indicati dal Pm”.

Interpellata sul perché qualcuno avrebbe dovuto far ritrovare il corpo di Liliana Resinovich, la cugina punta immediatamente il dito contro Sebastiano Visintin ricordando che “a casa mia davanti a dei testimoni disse che senza il corpo bisognava aspettare 10 anni per la presunta morta e lui non aveva né la pensione, né i soldi di Liliana”: tutte cose già dette agli inquirenti che – accusa Silvia – “non ci hanno creduto, né chiesto di confrontare le nostre e le sue dichiarazioni. Nessuno ha mai parlato delle sue contraddizioni“.

CLAUDIO STERPIN: “IL CORPO DI LILIANA RESINOVICH È STATO CONSERVATO ALTROVE PRIMA DI ESSERE LASCIATO NEL BOSCO”

Sempre soffermandosi su Visintin, la cugina di Liliana Resinovich ricorda i suoi comportamenti sospetti, come quando ipotizzò che “sarà salita in macchina con qualcuno” rifiutandosi di “fare appelli” pure sui giornali locali diretti da alcuni suoi amidi ed – addirittura – negando a chiunque la possibilità di “andare a chiedere aiuto a Chi l’ha visto. Aspettava – ricorda – che la procura andasse da lui a parlargli”; mentre sul perché nessuno fosse al corrente della volontà di Liliana Resinovich si lasciare il marito per stare con Claudio Sterpin, sostiene che “lei quando doveva sistemare la cose, prima faceva e poi ce le raccontava“.

E da Silvia la palla passa a Claudio Sterpin – ovvero l’amante di Liliana Resinovich – che ipotizza che il corpo della donna “non [sia] stata in questo posto 21 giorni, ma è stata portata qua tra il 4 e il 5 gennaio. È stata conservata da qualche parte” e dato che “aveva addosso un sacco di propoli” il suo suggerimento è quello di “cercare in posti dove ci sono api e miele”. Ad avvalorare la sua ipotesi c’è anche il fatto che “se il corpo fosse stato qui sarebbe stato sfigurato dai topi e dai cinghiali che in questa zona abbondano”, ricordando che “quando il cinghiale mangia i cadaveri (..) non lascia nulla, neanche le ossa”.