Il giallo di Liliana Resinovich potrebbe arrivare ad una svolta con la perizia sul corpo affidata all’anatomopatologa Cristina Cattaneo. La nuova autopsia avrebbe svelato la presenza di una microfrattura a carico di una vertebra, dato non evidenziato in sede di primo esame, e questo per la famiglia potrebbe essere un ulteriore elemento per dimostrare che è stata uccisa. Il fratello Sergio Resinovich si è sempre detto convinto dell’omicidio, mentre il marito della donna, Sebastiano Visintin, dice di non avere alcuna ipotesi e non ha mai escluso il suicidio.
Oggi Quarto grado torna ad occuparsi del caso della 63enne di Trieste e della eventualità che la donna sia stata picchiata e poi assassinata. La Procura aveva chiesto l’archiviazione dell’indagine per assenza di prove che portassero a credere verosimile lo scenario di una morte violenta, ma il gip ha rigettato l’istanza e ha disposto ulteriori accertamenti tra cui, appunto, nuove analisi sul cadavere. I parenti di Liliana Resinovich respingono anche l’ipotesi secondo cui il decesso potrebbe essere avvenuto a seguito di una caduta: nessuna lesione evidenziata finora, infatti, sarebbe capace di dimostrare tale ricostruzione.
La microfrattura alla vertebra trovata nella nuova autopsia: Liliana Resinovich è stata uccisa?
Le indiscrezioni trapelate nelle ultime settimane, mentre il lavoro della dottoressa Cattaneo si appresterebbe a concludersi, parlano di una “lieve frattura alla lamina della seconda vertebra toracica” sul corpo di Liliana Resinovich. Per Sebastiano Visintin, potrebbe trattarsi di una lesione vecchia, forse dovuta a un incidente occorso alla coppia molto tempo fa.
L’uomo non è convinto che la moglie sia stata uccisa e dice di voler attendere la parola finale dalla seconda autopsia. I nuovi accertamenti potrebbero spostare anche la data della morte, inizialmente ritenuta prossima al momento del ritrovamento dai consulenti della Procura di Trieste Fulvio Costantinides e Fabio Cavalli. Per lo zoologo Nicola Bressi, che lavora per il pool del fratello della vittima, il cadavere non può essere rimasto in quel parco per giorni perché la fauna vi avrebbe lasciato una traccia, seppur minima. Sacchi e vestiti che avvolgevano il corpo sono invece puliti e “integri”, senza alcun segno dell’azione di animali.
Il marito di Liliana Resinovich: “Non ho niente da nascondere”
Da quando Liliana Resinovich è scomparsa, il 14 dicembre 2021, i sospetti dei suoi familiari, anzitutto del fratello Sergio e della cugina, si sono focalizzati sul marito Sebastiano Visintin. Secondo loro, l’uomo, mai indagato, non avrebbe detto la verità e sarebbe caduto molte volte in contraddizione. Ma non solo: a detta dei parenti della 63enne, il vedovo sarebbe stato a conoscenza della relazione clandestina tra sua moglie e Claudio Sterpin, il primo ad allarmarsi quando avvenne la sparizione e il primo a puntare il dito contro di lui.
“Non ho niente da nascondere“, continua a ripetere Visintin nelle trasmissioni televisive mostrandosi certo di poter provare la sua totale estraneità alla terribile fine della consorte. Le nuove indagini mirano a chiarire anche i suoi spostamenti e quelli del sedicente amante, compresi i contenuti dei dispositivi informatici finiti al vaglio degli investigatori.