Il silenzio di Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich, è durato poche ore. Dopo aver annunciato a Quarto Grado la sua volontà di interrompere il rapporto con la stampa per vivere il suo dolore lontano dalle telecamere, l’uomo, recentemente sentito in Procura per circa 2 ore a seguito del ritrovamento di un gomitolo nell’abitazione di Trieste in cui viveva con la moglie, ora dice la sua verità su quel reperto ai microfoni di Ore 14. Stando a quanto trapelato, il materiale potrebbe essere compatibile con il cordino che chiudeva le buste intorno al collo della donna, e l’ipotesi è che gli inquirenti siano vicini alla chiusura delle indagini. O con la conferma di un suicidio, come finora ipotizzato, o con una svolta che potrebbe capovolgere tutto e aprire ufficialmente allo scenario di un omicidio.



Sebastiano Visintin è stato intervistato dall’inviata della trasmissione di Rai 2 condotta da Milo Infante e ha fornito alcuni dettagli proprio in merito al gomitolo rinvenuto in un cassetto della loro casa. Un elemento che, da quanto appreso, inizialmente non sarebbe stato individuato dagli investigatori in sede di sopralluogo. Qualcuno lo ha spostato e poi riposto nel punto dov’è stato infine trovato? Il marito di Liliana Resinovich si è detto sereno e ha dichiarato di essere stato sentito in Procura “forse come hanno chiamato altri“, e di aver parlato con gli inquirenti per quasi 2 ore per “ripercorrere le cose dette“. Secondo la consulenza medico legale firmata dai consulenti incaricati dalla Procura, l’epoca della morte di Liliana Resinovich sarebbe da inquadrare entro le 48-60 ore precedenti al ritrovamento del corpo. Se questo quadro fosse confermato, resterebbe da risolvere un buco di 18 giorni tra la scomparsa e il decesso della 63enne: dov’è stata tra il 14 dicembre 2021, giorno della sparizione, e la morte avvenuta presumibilmente il 2-3 gennaio seguente?



La verità del marito di Liliana Resinovich sul gomitolo trovato in casa

Poce ore fa, Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich, è stato convocato in Procura a Trieste per essere sentito dagli inquirenti. Secondo quanto emerso, al centro del colloquio ci sarebbe la necessità di un chiarimento su un gomitolo repertato nella casa della coppia, il cui materiale sarebbe ritenuto compatibile con il cordino che chiudeva le buste trovate intorno al collo della 63enne al momento del ritrovamento del cadavere.

Ai microfoni di Ore 14, l’uomo ha detto la sua verità sulla questione: “Al mare usavamo questi spaghi che portava nella borsetta, già tagliati e modificati, così, per legare sugli alberi una tenda. Questo io non l’ho mai usato, mai visto, non sapevo neanche… Sapevo che c’erano perché Liliana li usava, però non sapevo neanche dove li teneva. In quell’armadio lì io usavo la parte centrale dove c’erano le pentole, nei cassetti laterali non ho mai messo mano“. Sebastiano Visintin non si spiega come mai la polizia, in sede di rilievi nella loro abitazione, non abbia trovato prima quel gomitolo di cui ora si parla con insistenza nell’attuale fase investigativa: “Non lo so, forse hanno fatto un passaggio così o se cercavano qualcos’altro“. Gli inquirenti, a detta del marito di Liliana Resinovich, avrebbero effettuato controlli in casa “prima, durante e dopo” il ritrovamento del corpo, quindi anche in seguito alla scoperta del cordino al collo della donna. “Hanno chiamato me, ma penso che hanno già chiamato oppure chiameranno altre persone“, ha concluso Visintin.