Fulvio Covalero, amico di Liliana Resinovich, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di “Mattino Cinque News”, trasmissione condotta da Federica Panicucci e andata in onda nella mattinata di martedì 22 marzo 2022 su Canale 5. L’uomo, non nuovo ad apparizioni televisive utili ad approfondire il caso legato alla morte della donna di Trieste, ha svelato la ricostruzione degli accadimenti che ha ipotizzato nella sua testa: “Ho pensato che Lilly potrebbe avere subìto un’aggressione verbale molto violenta, che avrebbe potuto provocarle lo scompenso cardiaco riscontrato. Se a provocarle questo choc fosse stato Sebastiano, lui avrebbe chiamato l’ambulanza per tentare di salvarla”.



Covalero ha poi specificato di non avere idea di quale persona potrebbe avere avuto intenzione di aggredirla verbalmente, ammesso che ciò sia realmente avvenuto, poi ha aggiunto: “Certo è che se gli inquirenti hanno chiesto il Dna al vicino di casa Salvo, credo che abbiano qualche sospetto su di lui. Per me è inconcepibile che possa essere stato lui, però…”.



FULVIO COVALERO: “LILIANA RESINOVICH NON È STATA UCCISA NEL BOSCO”

Ancora di fronte alle telecamere di “Mattino Cinque News”, Fulvio Covalero ha dichiarato: “Il corpo di Liliana Resinovich era avvolto da due sacchi attorno alla testa. Quindi, subito ho pensato a un senso di protezione e ho capito che questa vestizione l’ha fatta qualcuno che le voleva bene. In fondo al rettilineo del bosco in cui è stata trovata c’è una scarpata molto ripida, ma non l’hanno buttata giù di là. Io ho letto questa scelta come un altro segnale: se l’avessero gettata giù, l’avrebbero sfigurata e le avrebbero procurato delle fratture, benché fosse già morta. Questo sarebbe stato insopportabile per chi aveva interesse nel farla trovare”.



E la posizione fetale? “Si giustifica dal fatto che il corpo potrebbe essere stato caricato nel baule di un’automobile. Quando il cadavere è stato tolto da dov’era ed è stato portato nel bosco, a quel punto probabilmente perdeva dei liquidi. Dunque, l’hanno impermeabilizzato per evitare che sporcasse il mezzo o comunque gli interni della macchina su cui è stato trasportato”.