Storie Italiane è stata stamane nel boschetto di Trieste dove è stata ritrovata, purtroppo senza vita, Liliana Resinovich il 5 gennaio del 2022, sparita di casa il 14 dicembre 2021. Secondo la procura la donna sarebbe morta 48 o 60 ore prima e non di più, di conseguenza dove sarebbe stata per 3 settimane? Difficile che sia stata nel boschetto per diversi giorni, tenendo conto che di notte pullula di cinghiali, una popolazione molto nutrita che avrebbe ovviamente attaccato il corpo di Liliana Resinovich, che invece è intonso da attacchi animali.



Quando è morta quindi Lily, e soprattutto, si è suicidata o l’hanno uccisa? E infine, in che data è stata portata nel boschetto? Storie Italiane ha intervistato stamane lo zoologo Nicola Bressi, consulente della famiglia di Lily, che ha spiegato: “La zoologia non è una scienza esatta, posso solo ricostruire scenari e posso dire che è ampiamente improbabile che un corpo umano sia rimasto lì per tutti quei giorni. La zona era frequentata da animali, ora molto meno perchè ci sono tante persone in quella zona proprio per il caso Liliana. Ma se torniamo a tre anni fa quella zona era ricca di animali anche perchè eravamo appena usciti dalla pandemia di covid”.



LILIANA RESINOVICH, LO ZOOLOGO: “IN QUEL BOSCO CINGHIALI, VOLPI, GATTI…”

E ancora: “C’erano cinghiali, volpi, faine, ma anche ratti, topi, cornacchie, gazze, ma anche gatti randagi, cani… tutti animali che sono noti per cibarsi ma anche annusare e curiosare, quindi trovare un corpo assolutamente intonso con vestiti perfetti, non toccati e graffiati è tutto altamente improbabile”.

Fondamentali saranno gli esiti dell’autopsia della dottoressa Cattaneo, che ovviamente faranno chiarezza per la prima volta sulle cause di morte della povera Lily. Sembra comunque ormai certo, come tra l’altro ripete da anni Claudio Sterpin (amico della vittima), che Liliana Resinovich sia rimasta per tre settimane nel corpo senza che nessuno se ne accorgesse ma soprattutto che nessun animale l’avesse attaccata. Per Edoardo Lucarelli, inviato di Storie Italiane: “Gli esiti arriveranno entro la fine dell’anno, fra qualche settimana”.



LILIANA RESINOVICH, LUGLI: “PER LA PRIMA VOLTA PARLIAMO DI COMPLICE”

Edoardo Lucarelli ha aggiunto: “Se verranno acclarate il giorno della scomparsa e il giorno della morte, bisognerà chiedersi dove sarebbe stata in quelle tre settimane senza documenti e portafogli, ne tanto meno il green pass. In un’ottica di omicidio, invece, bisogna chiedersi dove sia stato tenuto il corpo: l’assassino ed un eventuale complice lo hanno tenuto da qualche parte, conservato in modo da presentarlo intenso nei suoi vestiti e anche in tutto ciò che la copriva, i sacchi puliti, le pochissime foglie e il corpo stesso che non era colonizzato da animali”.

Massimo Lugli, ospite a Storie Italiane, aggiunge: “In questa vicenda ogni ipotesi porta ad una porta chiusa, ciò che dice lo zoologo è molto interessante, ma mi domando: come si fa a portare un corpo inerte senza lasciare tracce molto evidenti in un posto del genere? La città è piena di telecamere, tutti stanno lì. Una persona sola non ce la fa, è la prima volta che si sente la parola complice, allora cambia tutto il quadro perchè stiamo parlando di due assassini, rimettiamo tutto in discussione”.