Liliana Resinovich, giallo sulla morte: omicidio o suicidio?

Omicidio o suicidio? Questo il grande dubbio che ruota attorno alla morte di Liliana Resinovich, anche se al momento i risultati dell’autopsia non avrebbero ancora risposto. Il caso sarà nuovamente passato al setaccio questa sera nel corso della trasmissione Quarto Grado, a caccia di nuovi elementi che possano essere utili a fare maggiore chiarezza. Ad oggi, come commenta la criminologa Anna Vagli su Fanpage.it, il giallo ha assunto le sembianze di “una soap dai confini noir” dove gli altri due protagonisti sono il marito Sebastiano Visintin e l’amico speciale Claudio Sterpin, ciascuno con un alibi di ferro. Per questo le indagini proseguono per sequestro di persona a carico di ignoti.



Nessun segno di violenza sul corpo della di Liliana Resinovich, né Dna maschile riconducibile ai due uomini sopra citati sugli oggetti rinvenuti accanto al cadavere. Gli esami tossicologici hanno escluso l’assunzione di sostanze da parte della vittima. A detta della criminologa occorrerebbe a questo punto ripartire da una equazione: “perché + come = chi”. Nel frattempo il termini delle indagini sarebbe ormai a scadenza ma non è escluso che possa essere chiesta una proroga dalla procura di Trieste per chiarire i troppi dubbi ancora senza risposte, a partire dagli esiti sui telefoni cellulari.



Morte Liliana Resinovich: ipotesi Anna Vagli

A detta della criminologa Anna Vagli, Liliana Resinovich era giunta ad un bivio della sua vita ed a quanto pare avrebbe anche deciso di imboccare la strada che l’avrebbe portata lontana dal marito Sebastiano. Se infatti la donna avrebbe eseguito alcune ricerche legate alle modalità di divorzio, nessuna ricerca sarebbe comparsa in merito alle modalità suicidarie o sul come procurarsi una morte per soffocamento. Dai suoi messaggi inoltre sarebbe emersa una progettualità con Claudio Sterpin del tutto distante dall’ipotesi di un gesto estremo.



Al tempo stesso la Vagli si concentra sull’atteggiamento di Sebastiano, sottolineando: “ha mentito almeno su di un punto: la sua relazione con Liliana Resinovich non era né simbiotica né idilliaca, ma era ormai arrivata al capolinea da tempo. E lui non poteva che esserne consapevole”. Non è tutto, in quanto la criminologa si domanda come mai il pomeriggio della scomparsa di Lilly abbia ignorato le continue telefonate dell’amico Claudio sul cellulare, fino a bloccarne il contatto. Un altro dubbio sollevato avrebbe a che fare con il giallo del contapassi del cellulare: Liliana Resinovich è realmente uscita mai dalla sua abitazione? E come mai i familiari non sarebbero stati chiamati a riconoscere la donna nei frame? “Da tale angolo di visuale, se venisse provato che Liliana Resinovich non è mai uscita dalla abitazione quella mattina, le indagini prenderebbero immediatamente un’altra piega”, commenta la Vagli.