Il caso della misteriosa morte di Liliana Resinovich è finito al centro della trasmissione Porta a Porta di Bruno Vespa che ha ospitato sia il marito della 63enne Sebastiano Visintin, che Fulvio Covalero, due uomini spesso finiti al centro delle pagine di cronaca (e, soprattutto, delle illazioni) in seguito a diverse pesanti accuse che sono state mosse a loro carico: l’esempio principe arriva dalla famiglia di Liliana Resinovich – unitamente anche al presunto amante della donna, Claudio Sterpin – che più volte hanno ritenuto il marito collegato al decesso; mentre dal conto della procura non sono mai emerse indiscrezioni in tal senso con un fascicolo che (allo stato attuale) non presenta il nome di nessun indagato.
Partendo da Covalero, vale la pena ricordare che fu proprio lui ad ipotizzare – ben prima del ritrovamento – che il corpo di Liliana Resinovich poteva essere stato abbandonato in un bosco dentro un sacco della spazzatura: interpellato proprio da Porta a Porta, l’uomo ha spiegato che “in quel periodo ho continuato a dire che non sopportavo l’idea che fosse stata buttata in qualche bosco come spazzatura e che non vedevo l’ora che venisse trovato il corpo per darle una degna sepoltura”; ipotizzando poco dopo che “i sacchetti secondo me le sono stati messi sul volto perché perdeva sangue dal viso” per nascondere i segni di un’aggressione che non sarebbe dovuta sfociare in un omicidio, con la suggestione che “per lo shock ha subito questo scompenso cardiaco” alla base del decesso.
Il marito di Liliana Resinovich: “Prima di parlare dell’autopsia, aspettiamo a vedere cos’ha scoperto la dottoressa Cattaneo”
Dal conto suo, durante la trasmissione di Rai 1, il marito di Liliana Resinovich ha ricordato che già all’epoca del ritrovamento “il dottor Baresani [ovvero il suo consulente di parte, ndr.] fu il primo a parlare della piccole lesioni” sul corpo della moglie, ma ci tiene anche a rimettersi interamente nelle mani di “esperti, consulenti e del mio avvocato per vedere quello che la dottoressa Cattaneo porterà in Procura” e capire – auspicabilmente – “come sono andate veramente le cose”; concordando alla suggestione per cui l’anticipazione sui risultati dell’autopsia potrebbe essere un falso creato ad arte.
“Colavero – spiega sempre il marito di Liliana Resinovich poco dopo – è stato il primo a dire che io ero l’unico interessato al fatto che il corpo venisse trovato visto che non avrei potuto altrimenti chiedere la pensione di reversibilità“, per poi precisare una volta per tutte che “io non mai minimamente pensato a queste cose”; mentre sulle nuove lesioni, Sebastiano Visintin preferisce rifarsi “a quando ci hanno chiamato in questura e ci hanno mostrato una foto molto granosa del volto di Liliana in cui si vedeva solo una piccola escoriazione vicino al labbro” che gli inquirenti ricollegarono “ad un rigurgito”.