Liliana Resinovich davvero voleva farla finita? La risposta è “no” e a dirlo non è né il marito Sebastiano Visintin, né l’amante Claudio Sterpin, bensì la psicologa e criminologa Gabriella Marano, la professionista che ha redatto la cosiddetta autopsia psicologica sulla pensionata 63enne scomparsa il 14 dicembre 2021 e trovata cadavere il 5 gennaio 2022 in una zona boschiva di Trieste. Come ha commentato in esclusiva sulle colonne del settimanale “Giallo”, la dottoressa Marano sottolinea che “i dati emersi dai telefoni di Liliana non mi meravigliano. Danno forza e confermano quanto ci avevano detto amiche e amici di Lilly, così come lo stesso Claudio Sterpin. Tutto quello che lui ha raccontato, già all’indomani della scomparsa di Liliana, ora ci è stato ‘restituito’ dai telefoni. La relazione fra loro si era intensificata ad agosto, come dimostrano i contatti fra i due”.
Liliana Resinovich, ha proseguito Gabriella Marano su “Giallo”, “non voleva lasciare in braghe di tela il marito, per il quale stava cercando un appartamento più piccolo. Il rapporto tra la donna e suo marito era ormai un guscio rotto. Liliana aveva trovato Sterpin e si stava avviando verso una nuova vita. Non ha fatto ricerche telefoniche sul suicidio, non ci sono tracce. Perché lei non si è suicidata”.
“LILIANA RESINOVICH NON VOLEVA SUICIDARSI”: PARLA LA PROFESSIONISTA CHE HA REDATTO L’AUTOPSIA PSICOLOGICA
Insomma, secondo l’esperta che ha redatto l’autopsia psicologica di Liliana Resinovich, quest’ultima non ha mai preso in considerazione l’idea del suicidio, come si legge appunto su “Giallo”. Il settimanale riporta in tal senso anche le parole di Nicodemo Gentile, legale difensore di Sergio Resinovich, fratello della vittima: “Quello che mi sembra rivoluzionario sono le ricerche che Liliana ha fatto in quel periodo. Abbiamo un supertestimone che è Sterpin, il quale aveva detto tutto immediatamente. Le ricerche di Liliana ci raccontano delle sue esigenze. Il fatto che lei volesse cambiare vita. È da qui che dobbiamo partire. È proprio Liliana che ci sta indicando la strada”.
Insomma, l’ipotesi del suicidio di Liliana Resinovich si allontana sempre di più: “Andremo avanti per capire cosa è successo – ha concluso l’avvocato –. Certamente in questa storia stiamo assistendo a una sorta di semplificazione del suicidio, che è invece un gesto estremo e terribile, a cui noi non crediamo, soprattutto alla luce di quello che ci ha raccontato la stessa Liliana, attraverso le sue ricerche”.