Il giorno della scomparsa, il 14 dicembre 2021, Liliana Resinovich sarebbe stata ripresa per tre volte da altrettante telecamere di sorveglianza tra l’area dei cassonetti vicino a casa sua a Trieste, mentre gettava la differenziata, e piazzale Gioberti. Ed è proprio sul video di questo ultimo presunto avvistamento che la famiglia della 63enne trovata morta il 5 gennaio 2022 nel parco San Giovanni nutre dubbi, avanzando il sospetto che la persona immortalata non fosse lei.



La trasmissione Chi l’ha visto? ha ricevuto la mail di un esperto di effetti speciali, Daniele Auber, concept designer e filmaker triestino che lavora nel settore cinematografico a Hollywood, nella quale il filmato che ritrarrebbe Liliana Resinovich per l’ultima volta sulle strisce pedonali in quella zona della città viene analizzato punto per punto per arrivare ad una conclusione: quella donna sarebbe proprio lei. Un esito che combacia con quanto finora ricostruito dagli inquirenti, contro la tesi del fratello della vittima e della cugina che da sempre sostengono di non riconoscerla nella figura della persona che passava davanti all’occhio elettronico quella mattina.



Le indagini sulla morte di Liliana Resinovich: è davvero lei la donna ripresa dal video? Ecco i dubbi…

Auber avrebbe comparato i colori degli abiti indossati da Liliana Resinovich con quelli del soggetto ripreso in piazzale Gioberti, ma non solo: per confrontare le immagini avrebbe riprodotto le stesse condizioni di luce nei vari punti in cui la donna sarebbe stata inquadrata dalle telecamere di video sorveglianza, arrivando a estrapolare la figura iniziale e a trovare una “corrispondenza perfetta” dopo averla sovrapposta a quella che attraversa le strisce proprio in piazzale Gioberti.



Un esito che contrasta con la tesi della famiglia, da sempre convinta che forse la donna ripresa in quella zona la mattina della scomparsa non è lei. A sostenere che si tratti della 63enne sono anzitutto gli inquirenti, e l’analisi del video fornita da Auber andrebbe esattamente nella stessa direzione. Ad oggi, per gli elementi che abbiamo in mano, la situazione è in una fase di stallo che lascia spazio a continue illazioni tra la paste della famiglia Resinovich, cappeggiata dal fratello, e quella del marito accusato, senza elementi oggettivi, di avere una qualche responsabilità nella morte della moglie Liliana. Solo elementi oggettivi potranno disinnescare questa spirale continua di veleni e sospetti.