Qualcuno avrebbe usato il telefono di Liliana Resinovich alle 10:56 del 14 dicembre 2021, quando lei era già una donna scomparsa e nella sua casa di Trieste non ci sarebbe stato nessuno. I due cellulari della 63enne furono trovati nell’abitazione dal marito Sebastiano Visintin, anch’egli assente, secondo il suo racconto, nelle ore mattutine in cui sarebbe avvenuta la sparizione della moglie. Il dato emerge da una nuova consulenza informatica depositata in Procura il 3 maggio scorso e condotta da un esperto, Francesco Zorzi, incaricato dal fratello Sergio Resinovich per l’analisi della copia forense del dispositivo e in particolare dei tabulati telefonici dai quali trapela un elemento che potrebbe cambiare la storia: una chiamata in entrata respinta, quindi “dirottata” manualmente sulla segreteria telefonica, proveniente dall’utenza di Claudio Sterpin, il sedicente amante di Liliana Resinovich. Se confermato, questo significherebbe che nell’appartamento c’era qualcuno e aprirebbe a un interrogativo dirompente: chi?



Il consulente di parte avrebbe concluso per uno scenario potenzialmente clamoroso, mostrando alla trasmissione Chi l’ha visto? come sia verosimile ritenere che quella telefonata sia stata rifiutata selezionando la cornetta rossa per chiuderla dopo pochi secondi. Questa non sarebbe la sola attività sospetta registrata nelle operazioni del device quella mattina. Dopo la telefonata delle 8:22 tra Liliana Resinovich e Sterpin, nella quale si sarebbero accordati per vedersi poco più tardi, è emersa la cancellazione della stessa dal registro chiamate e dello stesso nominativo dell’uomo. “È possibile che lei abbia cancellato il contatto o tutto quello che era riferibile a quel contatto“, ha dichiarato l’esperto.



Il consulente di Sergio Resinovich: “Ecco perché riteniamo che si tratti di interazione umana”

Secondo Zorzi, dietro quella chiamata respinta si celerebbe un’interazione umana sul dispositivo di Liliana Resinovich: “Siamo andati a vedere se queste deviazioni accadevano anche in un arco temporale precedente e abbiamo visto che, su tutte le chiamate ricevute, sono avvenute solo 3 volte, dall’inizio di dicembre: 2 volte con numerazioni relative a pubblicità aggressiva, spam, e una volta nei confronti dell’utenza riferibile allo Sterpin“.

Qualcuno, stando alla consulenza informatica di parte, avrebbe preso in mano il cellulare e avrebbe rifiutato la chiamata premendo il tasto rosso pochi secondi dopo il primo squillo. In quel momento, secondo la ricostruzione Liliana Resinovich non era più in casa da ore e suo marito, Sebastiano Visintin, ha sempre detto di essere uscito prima di lei, intorno alle 8, e di essersi poi trattenuto nel laboratorio di via Donadoni, dove affilava coltelli, per rincasare intorno soltanto all’ora di pranzo. Secondo i parenti della donna, però, quello che lui avrebbe dipinto come il suo “alibi perfetto” presenterebbe non poche crepe.