Durante la diretta di Chi l’ha visto? in onda su Rai 3 si è tornati a parlare del caso di Liliana Resinovich. Scomparsa il 14 dicembre, la donna è stata trovata priva di vita il 5 gennaio con due sacchetti chiusi attorno alla testa, ed altri due sacchetti a chiudere mani e piedi. Secondo la procura si tratta probabilmente di suicidio, evidenziando che non vi siano prove che facciano pensare ad un altro tipo di reato, ipotesi che la famiglia di Liliana ha da sempre smentito.



Il fratello di Liliana Resinovich, in particolare, ai microfoni di Chi l’ha visto? ha più volte sottolineato che non credono al suicidio, sostenendo che si opporranno all’archiviazione. Al fine di riaprire il caso, il legale della famiglia Nicodemo Gentile, la scelto il professor Vittorio Fineschi, luminare di medicina legale, come perito di parte. “Abbiamo trovato plurime lesività“, racconta Fineschi, “che vengono all’inizio descritte e che poi inspiegabilmente non troviamo più nella discussione e nella relazione autoptica”. Un circostanza strana, se non altro, e ritenuta dalla Procura compatibile ad una caduta, “non abbiamo nessun dato di altra parte anatomica interessata da questa caduta e non si cade sul dorso di una mano”, spiega Fineschi commentato le rilevazioni sul corpo di Liliana Resinovich.



Liliana Resinovich e le nuove prove contro il suicidio

Oltre alle escoriazioni sulla mano di Liliana Resinovich, Vittorio Fineschi spiega anche che sono state trovate altre lesioni, sul volto. “Una ad un occhio, alla radice del naso, al padiglione auricolare. Plurime lesioni che si perdono e che nella discussione non vengono ritrovate. Ci sono lesioni anche alla parte labiale che sono state oggetto di prelievo, in cui si vede che c’è del sangue, non sono state minimamente interpretate, ma non si è fatto neanche il tentativo di interpretarle”.

Ci sarebbe, però, sul cranio di Liliana Resinovich anche “ben visibile (..) un’area di infiltrazione di sangue. Come la interpretiamo? Non è stata interpretata”. Secondo Fineschi potrebbe essere “un urto diretto sul lato sinistro, un corpo contundente come una mano chiusa a pugno o un oggetto”. Sull’ipotesi del suicidio, invece, spiega che non sarebbe compatibile con il tossicologico, assolutamente negativo secondo la procura. “È caduta?”, si chiede Fineschi su Liliana Resinovich, “e chi lo dice? Per me è stata colpita, ma le ipotesi non sono state percorse”.



A che ora è morta Liliana Resinovich?

Infine, Vittorio Fineschi parlando ancora di Liliana Resinovich, ha commentato anche la data del decesso. “Non abbiamo una data di morte coerente e ci sono stati errori ricostruttivi. Il cadavere viene trovato il 5 gennaio, la tac effettuata l’8 gennaio, l’esame esterno il 10 e l’autopsia l’11. Le ipotesi sono state rilevate il 10 di gennaio, il dato della rigidità viene segnalata all’inizio, in cui si dice che la rachide cervicale mostrava una certa mobilità. Sono dati soggettivi, non c’è un dato oggettivo”. Secondo il perito il cadavere potrebbe essere stato tenuto per qualche giorno in un luogo molto freddo “congelata per un periodo, oppure ha soggiornato in un ambiente con le basse temperature costanti”. “Al momento”, conclude Fineschi su Liliana Resinovich, “questo caso è tutto da scrivere, sull’epoca della morte e sulle modalità è tutto da chiarire.”.