Nello studio di Storie Italiane si è tornati a parlare del sempre più intricato caso di Liliana Resinovich che nell’ultimo periodo sembra essere tornato di prepotenza sulle pagine di cronaca a causa della posizione sempre più dubbia del marito della vittima, Sebastiano Visintin: l’ultima novità sembra evidenziare che nel giorno della scomparsa della donna il cellulare del marito avrebbe avuto un buco di ben tre ore che sembrano essere del tutto inspiegabili aprendo – appunto – ad un sostanziale dubbio sulla presenta colpevolezza di Sebastiano sulla sparizione, la morte e l’occultamento di Liliana Resinovich.



Ipotesi – è bene precisarlo – che per ora non trovano alcun riscontro, ma nel frattempo è interessante notare che il cellulare del marito di Liliana Resinovich dalle 9:12 alle 12:10 del 14 dicembre 2021 (ovvero quando sparì) non registrò alcuna attività: secondo i legali del fratello della vittima venne spento con l’ultima registrazione ad una cella poco distante dall’ultima posizione certa della donna; mentre dal conto suo Sebastiano ha sempre detto che nel suo laboratorio – in cui si trovava il giorno della scomparsa di Liliana Resinovich – il cellulare non prende, oltre a sottolineare che tutte le volte in cui lavora tendenzialmente spegne il telefono per non essere disturbato.



Il fratello di Liliana Resinovich: “Il racconto di Sebastiano non torna”

Presente a Storie Italiane il fratello di Liliana Resinovich che commentando proprio il buco di tre ore nei tabulati di Sebastiano ha immediatamente chiarito che “quello che ha raccontato Sebastiano non torna perché c’è il buco di tre ore del telefono spento” anticipando anche che “tutte le telefonate che sono state fatte dal telefono di Liliana verso Claudio passano attraverso un sistema definito Voip, ma quelle che fa Claudio a Liliana no. Penso che le telefonate di mia sorella fossero intercettate da Sebastiano, ma devo vedere cosa diranno i consulenti”; peraltro ricordando anche che “il giorno 15 tutti e due i telefoni ricevono una trentina di telefonate senza risposte”.



Sempre sul caso di Liliana Resinovich e sul buco di tre ore nel cellulare del marito interviene – sempre a Storie Italiane – l’avvocato della famiglia, Antonio Cozza, che mette immediatamente in chiaro che “gli accertamenti sono in corso e attualmente non abbiamo alcun riscontro” su dubbi ed ipotesi, “ma il buco di orario è un elemento che abbiamo portato all’attenzione degli inquirenti perché facciano altre verifiche, almeno da capire se quel vuoto c’è anche nei giorni precedenti” perché “lui dice che nel suo laboratorio il telefono non prendeva, ma nel pomeriggio ci è tornato e in quel momento il telefono prendeva“.

Riprendendo la parola in trasmissione, il fratello di Liliana Resinovich (in compagnia della cugina) ci ha tenuto a mettere in chiaro che “non dico che Sebastiano sia l’assassino di mia sorella, ma secondo me lui ha delle responsabilità perché non ha mai aiutato nella ricerca della verità”, esortandolo di “parlare” nel caso in cui sappia qualcosa dopo tre anni in cui la famiglia non ha avuto alcuna certezza; mentre la cugina Silvia ricorda tutto l’elenco di incongruenze nelle parole e nelle dichiarazioni del marito di Liliana Resinovich, per chiedere – per l’ennesima volta – che collabori con loro per arrivare alla verità dell’accaduto.