Nell’ultima puntata della stagione di “Quarto Grado – Le Storie“, in onda su Rete 4 alle ore 21:20, si affronta anche il caso di Liliana Resinovich, la donna scomparsa a Trieste e poi trovata morta: sono passati due anni dal ritrovamento del cadavere, ma gli inquirenti non sono riusciti ancora a capire se si tratti di suicidio o omicidio. Negli ultimi giorni sono emerse delle novità in merito proprio alle indagini, infatti dal corpo di Liliana Resinovich verrà prelevato un frammento di tessuto per esaminare il microbiota.



Si tratta di un test tramite il quale gli inquirenti potrebbero raccogliere importanti dati per arrivare a stabilire la data della morte di Liliana Resinovich. A disporlo è stata la pm Maddalena Chergia, che guida le indagini e ha accolto la richiesta dei legali del vedovo Sebastiano Visintin.

Le analisi verranno condotte da Noemi Procopio, che è la consulente tecnica della difesa e collabora con il biologo forense Luciano Garofano, nonché ex comandante dei Ris di Parma. Liliana Resinovich era sparita il 14 dicembre di tre anni fa, poi fu trovata morta il 5 gennaio successivo in un bosco nei pressi dell’ex ospedale psichiatrico San Giovanni a Trieste: il cadavere era all’interno di due sacchi neri, con la testa infilata in sacchetti di plastica chiusi con un cordoncino.



A COSA SERVE IL NUOVO ESAME DISPOSTO SU LILIANA RESINOVICH

La procura di Trieste ha autorizzato i nuovi esami sul corpo di Liliana Resinovich nella speranza di riuscire ad arrivare a chiarire le cause della sua morte. Inizialmente, gli inquirenti avevano accreditato l’ipotesi del suicidio, a cui però la famiglia della donna non ha mai creduto. L’inchiesta non si è mai fermata, anche se c’è stata la richiesta di archiviazione della procura, anzi si è arrivati alla riesumazione del corpo della 63enne, che è stato sottoposto anche a una nuova autopsia. Infatti, l’anno scorso il gip Luigi Dainotti ha accolto l’opposizione della famiglia e indicato i nuovi esami da fare nella seconda fase dell’indagine.



Ora è previsto l’esame della cosiddetta fauna cadaverica, composta da funghi e batteri, per individuare la data della morte di Liliana Resinovich, visto che i dubbi sono ancora tanti. Queste analisi serviranno a capire se “Lily”, come la chiamava il marito Sebastiano Visintin, è morta il giorno stesso in cui è scomparsa o in quelli successivi. Un altro tassello in un puzzle complicato da completare per arrivare alla verità sul caso.