LILIANA RESINOVICH, SPUNTANO NUOVE LESIONI?
Sul corpo di Liliana Resinovich sarebbero state riscontrate lesioni che potrebbero forse portare a una svolta nelle indagini sulla sua morte. Ad illustrare questo scenario clamoroso è stato l’avvocato Antonio Cozza, legale della famiglia della donna al centro del giallo di Trieste. Ne ha parlato a Quarto Grado, spiegando che «c’è una revisione dei preparati istologici fatti nella prima autopsia» da cui ci si aspetta «risposte importanti», in quanto «oltre a quelle lesività che sono state già riscontrate, potrebbero essercene altre». Ancor più chiaramente, il legale ha spiegato che «potrebbero esserci altre lesioni, anche in altre parti del corpo».
Ma ha preferito non sbilanciarsi con le conclusioni, visto che ci sarà un incontro tra i consulenti per chiudere il cerchio sul caso Liliana Resinovich. «Non posso dire altro, mancherei di rispetto ai consulenti. Potrebbero arrivare nuove informazioni in merito a ulteriori lesività, poi i consulenti dovranno capire la natura e i perché». Incalzato in studio dalle domande su quello che potrebbe rivelarsi un nuovo colpo di scena, Cozza ha ribadito che c’è stata «una rilettura attenta dei preparati istologici da parte di professioni che ci potrebbero dare ulteriori informazioni». Non si è sbilanciato neppure sui tempi, visto che dipendono in questo caso dai consulenti.
“SEBASTIANO VISINTIN? NON ESCLUDO NULLA…”
Scettico Luciano Garofano, ex comandante del Ris e consulente di Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich, il quale in studio si è detto dispiaciuto per l’utilizzo della parola “lesione” da parte del legale: «Può portare a delle fantasie se non viene usata con grande cautela. Molto probabilmente ci troviamo un quadro che conferma quello che era stato stabilito, ma dobbiamo discuterne ancora. Le lesioni possono essere coerenti con le altre e potrebbero non portare a ipotesi diversi».
Invece, il giornalista Carmelo Abbate ha sintetizzato le ipotesi aperte al momento da parte di chi non crede alla tesi del suicidio di Liliana Resinovich per concludere che il vedovo non c’entri nulla con la morte della donna: «Liliana potrebbe essere morta nell’immediatezza della scomparsa, il corpo potrebbe essere stato portato lì nell’immediatezza del ritrovamento. Allora bisogna avere il coraggio di dire che tutto ciò porta lontano da Sebastiano Visintin, perché è l’unico ipercontrollato da inquirenti e giornalisti dopo la scomparsa. Se c’è una persona che non può aver preso il corpo e averlo portato in giro, questo è Sebastiano. Quindi, Cozza, per favore, lo dica anche lei».
Ma il legale si è rifiutato di farlo: «Non dico niente. Non sono d’accordo perché ci sono tutti questi elementi a distanza di anni da elaborare, io non posso escludere la responsabilità di nessuno. Stiamo cercando la verità su Liliana Resinovich».
Tra gli ospiti di Quarto Grado a parlare di Liliana Resinovich c’era anche Sebastiano Visintin, che si è sentito nel mirino: «Sembrava di essere sotto processo qua, dai. Tu pensi che la procura non hanno analizzato tutte queste cose? Anche io voglio sapere cos’è successo a Liliana».
IL REBUS DELLE ANOMALIE SUL CELLULARE
Ma l’avvocato Antonio Cozza nel corso del suo intervento si era soffermato anche sulla questione delle anomalie riscontrate sul cellulare di Liliana Resinovich: «L’accertamento è in corso e siamo alle battute preliminari, ma il dato è importantissimo dal punto di vista investigativo: qualcuno ha toccato il telefono di Liliana quando lei era fuori. Chi è entrato in casa? Chi ha avuto la possibilità di fare queste alterazioni? Questo ormai è diventato il caso delle anomalie, in ogni ambito in cui ci muoviamo ci sono anomalie».
La sua ipotesi e di chi collabora con lui è che «qualcuno sia entrato in casa, qualcuno che aveva le chiavi e non ha commesso effrazioni, per toccare il telefono. Poi bisogna capire il motivo. C’era qualcosa da nascondere? Qualcuno che ha interesse a sottrarsi a delle responsabilità». Tutto ciò, comunque, alimenta la tesi della famiglia, secondo cui Liliana Resinovich non si è tolta la vita: «Non si è suicidata, da tantissimo tempo parliamo di omicidio».