Storie Italiane torna sul caso di Liliana Resinovich, invitando Sebastiano, il marito della vittima, dopo le dichiarazioni forti di Silvia Radin, cugina della vittima, nello stesso talk di Rai Uno. “Io ho ancora in testa le urla di mio figlio che mi diceva che Natasha era morta, ce l’ho ancora nella testa e sentire ieri una persona (Silva ndr) che si permette di fare un sacrilegio, di dire queste cose di Natasha che non c’è più da 14 anni (è morta nel 2010 ndr). Cosa c’entra? Io non l’ho neanche vista mia figlia perchè la polizia è intervenuta e non l’ho vista ne da viva ne da morta, e certe affermazioni fatte da questa signora sono una cosa che mi hanno ferito in maniera profonda. Puoi dirmi che sono un falso, un bugiardo, chissenefrega…”.
Secondo Silvia Radin Sebastiano avrebbe utilizzato la morte della figlia per dimostrare la sua empatia e il suo animo buono. E ancora: “Io e Liliana Resinovich abbiamo la casa piena di ricordi, migliaia di foto dei nostri viaggi”. E ancora: “Io mi aspetto una tua reazione da quello che ha detto Silvia Radin ieri, non è stato sufficiente ciò che hai fatto…”
LILIANA RESINOVICH, SEBASTIANO CONTRO SILVIA RADIN
E ancora: “E’ stato vergognoso quanto ha detto, ma poi cosa vuoi che sappia Silvia di queste cose? Noi non avevamo mai parlato di queste cose, ce lo spieghi lei. Io non voglio più neanche sentirla, ogni giorno ha qualcosa, l’altro giorno si è domandata come mai la finanza non è mai venuta a farmi visita perchè io faccio questo lavoro in nero”.
“Cerchiamo di capire cosa è successo a Liliana Resinovich, aspettiamo le risposte, vedremo. Io devo ringraziare i miei avvocati che mi sono sempre più vicini, lunedì ci siamo incontrati sulle nuove ferite di Liliana. Ero davvero a pezzi, siamo stati tutti il giorno assieme… Io dico a queste persone che si vergognino. Non mi sento sotto attacco”. Sulla botola di Claudio Sterpin: “Quando è scomparsa Liliana Resinovich mi hanno perquisito di tutto e di più, perché lui no? Può essere successo qualcosa, non so, non metto la mano sul fuoco”.
LILIANA RESINOVICH, LE PAROLE DELL’AVVOCATO COZZA
L’avvocato di Silvia Radin, Cozza, in collegamento, commenta: “A me le dichiarazioni sulla figlia di Silvia interessano poco, a me interessa conoscere la verità su Liliana Resinovich. Anche i discorsi sulla finanza lasciano il tempo che trovano, a noi ci interessa arrivare ad una verità”. E ancora: “Il consulente di Sebastiano è sempre stato uno dei primi che ha parlato di segni sul viso di Liliana Resinovich, nonché uno dei primi che parla di ipotesi di aggressione da parte dei terzi che è il percorso che stiamo seguendo noi dall’inizio di questa vicenda, quindi non ci sono problemi. Se Sebastiano è d’accordo con noi ad arrivare la verità noi siamo ben contenti di accogliere questo suo proposito”.
Sebastiano aggiunge: “Due mesi fa eravamo in un ristorante e combinazione arriva Silvia. Abbiamo parlato un attimo perché io sono pronto a dare una mano per cercare la verità”. Cozza ribatte: “Quello che i famigliari ti contestano che in alcune occasioni non sei stato chiaro e loro dicono che è da lì che hanno iniziato ad avere dei dubbi in quanto ci sono delle contraddizioni nelle sue dichiarazioni. Uno dei primi a parlare di suicidio sei stato tu, quindi tu ci devi dare una mano visto che spesso e volentieri quando ti fanno le domande spesso rispondi “non ricordo”, il peggior tuo nemico sei tu”. Sebastiano ha replicato: “A volte mi sono anche io fatto delle domande vedendo queste interviste. Io ho dei flash, a volte ricordo e altre volte no. Io devo ringraziare gli inquirenti e la questura che mi ha aiutato a ricostruire il giorno del 14 dicembre”, quello del 2021, giorno della scomparsa di Liliana Resinovich.
LILIANA RESINOVICH, SEBASTIANO E LE PAROLE DELL’ALBERGATRICE
Sebastiano ha quindi voluto replicare alle accuse dell’albergatrice che ha raccontato alcuni episodi discutibili avvenuti fra lo stesso e Liliana Resinovich: “Parole scandalose… io sono andato lì per litigare con mia moglie? Non esiste proprio, avevamo le nostre discussioni. Perché non l’ha detto subito? Si sono incontrati con amici e famigliari e ha cominciato a dire queste cose. Mai tirato uno zaino alla moglie, poi c’è la macchina fotografica dentro. Io avrei potuto fare 150 querele e denunce… me ne sono state dette, devono morire nel loro brodo”, ma Eleonora Daniele ribatte: “No ci distanziamo da queste dichiarazioni, nessuno qui deve morire ma dobbiamo solo scoprire la verità”.
Antonio Cozza aggiunge: “L’albergatrice è stata sentita dagli inquirenti e sapeva a cosa andava incontro dicendo falsità, ci sono anche atti allegati che confortano dichiarazioni della signora. L’abbiamo sentita perché Sebastiano parlava di un matrimonio favoloso e invece era emerso qualcosa di contrario. Perché non ci dice che erano in un momento di difficoltà? Sebastiano è molto fortunato dal punto di vista procedimento perché io conosco persone che hanno parlato meno di Sebastiano e che oggi sono stati indagati, processati e condannati”. Ma Sebastiano non ci sta: “Che venga qualcuno a dimostrarlo, io mi inchinerò”.