A Morning News si torna a parlare del giallo legato alla morte di Liliana Resinovich, la donna trovata senza vita nei boschi di Trieste a gennaio 2022. La procura aveva archiviato l’indagine per suicidio per poi riaprirla con l’accusa di omicidio e in studio vi è il marito Sebastiano Visentin: “Non so che abbia fatto mia moglie, è una cosa che sto chiedendo da sempre”.



E ancora: “Sono venuti a casa mia decine di volte, abbiamo chiacchierato come stiamo facendo ora, hanno visualizzato quella che è stata la mia giornata del 14 dicembre e poi nei giorni successivi. Adesso sono 19 mesi e 10 giorni che Liliana Resinovich non c’è più e ancora oggi io non so cosa sia successo esattamente, e mi sto domandando da sempre, io parlo quasi ogni con criminologi, per sapere cosa possa essere successo”.



LILIANA RESINOVICH, IL MARITO SEBASTIANO VISENTIN: “FULVIO COVALERO…”

Sebastiano Visentin, marito di Liliana Resinovich, ha proseguito: “Ho iniziato a lavorare i coltelli nel 1995 quando ho lasciato la mia famiglia e mi son trasferita con Liliana. Poi ho lasciato il mio lavoro presso il giornale e quindi mi son trovato senza lavoro. Cercavo di rimediare qualcosa, facevo matrimoni e poi piano-piano visto che Liliana lavorava in Regione mi sono inventato questo lavoro dei coltelli, che tra l’altro non ne sapevo nulla”. Sull’amico Fulvio Covalero: “Liliana mi ricordo che me ne parlava bene, loro si conoscevano da ragazzi, facevano pic-nic. L’ultima volta ci siamo visti un anno fa e siamo andati in Slovenia dove mi ha fatto vedere un pozzo che lui ha ristrutturato”.



Poi il marito di Liliana Resinovich ha proseguito: “Ho sentito dire Claudio Sterpin per l’ennesima volta che erano amanti e che mi voleva lasciare ma sono cose assurde e pazzesche, lei non parlava con nessuno delle nostre cose, neanche con i fratelli. Fra di noi mai successo un attrito, non è vero che non si sentiva felice. Noi avevamo un bel rapporto, io non devo rispondere al presunto amante e ai famigliari, ma di cosa parliamo?”. Quindi ha concluso: “La nostra vita era fantastica, forse eravamo invidiati?”.