Il giallo di Liliana Resinovich continua a tenere banco e i continui dubbi su Sebastiano Visintin hanno portato quest’ultimo a una dura reazione a Quarto Grado. Infatti, il marito della donna di Trieste scomparsa e poi trovata morta si è alzato e ha minacciato di andarsene dopo che è stato detto in studio di non poter essere l’assassino, se effettivamente si tratta di omicidio e non di suicidio, perché non gli importava nulla della moglie.



La tensione è aumentata quando la criminologa e psicologa Gabriella Marano ha fatto notare che il figlio di Sebastiano Visintin non è stato sentito, mentre quest’ultimo ha dichiarato di non sapere se sia stato sentito o meno, suscitando le perplessità degli altri ospiti in studio, che hanno fatto notare l’atteggiamento strano.



Dà l’impressione di non cercare la verità, a differenza dei parenti di Liliana Resinovich, ma lui non la cerca non perché è l’assassino, ma perché a lui purtroppo di quella moglie interessava poco, era un rapporto finito. Questo ti condanna“, ha dichiarato Caterina Collovati.

LILIANA RESINOVICH, LO SFOGO DI SEBASTIANO VISINTIN A QUARTO GRADO

A questo punto Sebastiano Visintin, visibilmente spazientito e risentito, si è alzato e si è incamminato verso Gianluigi Nuzzi. “Dai, per favore… A questo punto, scusami, cosa vengo a fare qua? Vengo trattato così. Non ero il marito… si rende conto? Io sono tre anni che aspetto di avere delle risposte. Mio figlio mi ha detto: ‘Papà, non chiamarmi più’, perché è stato massacrato da tutto questo“, lo sfogo del marito di Liliana Resinovich.



In sua difesa è intervento il conduttore di Quarto Grado: “Io del rapporto tra Sebastiano e il figlio non sindaco. A me può sembrare irrituale e poco comune che non gli abbia chiesto se sia stato sentito o meno, ma sono affari loro e ricordo che è parte lesa“. Poi è intervenuto in sua difesa anche il generale Luciano Garofano, ex capo dei Ris che è stato nominato proprio dal vedovo come consulente per ulteriori approfondimenti sul caso.