Liliana Resinovich: il caso oggi a Quarto Grado
Proseguono spedite le indagini per far luce sul giallo di Liliana Resinovich, a oltre tre mesi dal suo inizio. La 63enne triestina, rinvenuta senza vita in un bosco nei pressi della sua abitazione il 5 gennaio scorso, potrebbe essersi suicidata, ma al momento non è escluso del tutto neppure l’omicidio. Attualmente le due piste sono battute con il medesimo interesse dagli inquirenti interessati a fare luce su quanto realmente accaduto ed a tal fine sono stati disposti tutta una serie di accertamenti che potrebbero portare alla tanto attesa verità. Il caso, intanto, sarà al centro della nuova puntata di Quarto Grado in programma per questa sera su Rete 4. L’esame botanico potrebbe rivelarsi molto importante a tal fine: questo riguarda il materiale presente sotto le suole della donna ed andrebbe ad indicare se Lilly è giunta da sola nel boschetto o se invece il suo corpo è stato trasportato nel luogo del ritrovamento solo in un secondo momento.
Nella prima ipotesi, la tesi del suicidio continuerebbe ad essere predominante mentre verrebbe meno nel caso in cui sulla suola zigrinata delle scarpe di Liliana non dovessero comparire frammenti di terriccio. L’esame, stando a quanto emerso da Mattino Cinque, sarebbe già stato eseguito e si è adesso in attesa dell’esito. Si è in attesa anche dell’esame tossicologico che potrebbe fare luce sull’eventuale uso di sostanze da parte della donna e che andrebbe a fare luce su un altro aspetto misterioso, ovvero l’eventuale contenuto della bottiglietta dal liquido trasparente rinvenuta accanto al corpo. Si tratterebbe solo di acqua?
Lilly si è suicidata?
Ad oggi gli inquirenti sembrano propendere sempre di più per la tesi del suicidio nel giallo della morte di Liliana Resinovich. Ad alimentare ulteriormente questa ipotesi sarebbe il ritrovamento del Dna della donna sui sacchi neri e sul cordino che stringeva il sacchetto biodegradabile attorno al collo, ma anche sulla bottiglia. A proposito del cordino, tuttavia, su di esso sarebbero state trovate tracce di Dna maschile ma non sufficienti a rappresentare una prova scientifica. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la donna avrebbe prima avvolto il suo corpo in due sacchi neri e poi si sarebbe soffocata con due sacchetti di nylon.
Tutti gli elementi repertati sulla scena contengono tracce del Dna della 63enne triestina. La mancanza di segni di violenza emersa in sede di autopsia contribuirebbe a rafforzare tale ipotesi. Nessuno risulta al momento indagato anche se pare che Sebastiano Visintin, marito della vittima, ad una amica avesse confidato che si sarebbe suicidata. Non sarebbe convinto del suicidio, invece, Claudio Sterpin. E’ possibile che Lilly abbia deciso di farla finita dopo essersi resa conto di non riuscire più a gestire la situazione sentimentale in corso?