Liliana Resinovich, e il mistero dei coltelli di Sebastiano…

Non accennano a placarsi i colpi di scena sul caso della morte di Lialiana Resinovich, infatti le nuove indagini sulla morte della donna potrebbero registrare una svolta con i risultati della seconda autopsia. Tutta la vicenda ruota attorno a due uomini di Liliana Resinovich, il marito Sebastiano Visintin e l’amico speciale, Claudio Sterpin: secondo l’amante, Liliana sarebbe stata uccisa, una tesi in linea con quanto da sempre sostenuto dal fratello Sergio Resinovich, vittima, stando alla sua ipotesi, di un “delitto premeditato”.  Ai microfoni di Mattino 5, dopo il confronto di persona avuto con il vedovo a Quarto grado, Sterpin ha rilanciato le sue accuse contro di lui sostenendo che il suo alibi del giorno della scomparsa, il 14 dicembre 2021, sia particolarmente fragile: per “l’amico speciale” della 63enne, l’uomo nasconderebbe la verità e avrebbe fatto tutt’altro rispetto a quanto ricostruito sui suoi spostamenti di quella data cruciale.



Un’accusa che Visintin ritiene infondata perché sicuro di non essere tornato a casa quella mattina, dopo aver salutato la moglie prima che sparisse per sempre, e di essersi recato al suo laboratorio per il consueto impegno con la preparazione dei coltelli da affilare e consegnare a diversi clienti tra cui alcune pescherie. La dipendente di una di queste, però, avrebbe raccontato di aver trovato le lame già pronte sul banco alle 7:50 del mattino del 14, al momento dell’apertura, e che probabilmente erano state consegnate da Visintin il giorno precedente. Un fatto che sembrerebbe trovare riscontro nei tabulati telefonici: la sera del 13 dicembre, ricostruisce la trasmissione di Canale 5, il telefono di Liliana Resinovich avrebbe agganciato per circa 30 minuti una cella prossima all’esercizio commerciale in questione. Forse, di ritorno da una cena a casa di amici con la moglie, lui si sarebbe fermato per la consegna dei coltelli in quella pescheria: “L’indomani così avrebbe avuto il tempo di fare altro“, ha insinuato Sterpin suggerendo ancora una volta il coinvolgimento di Visintin nella scomparsa della donna.



La versione di Sebastiano Visintin: ecco come è andata e cosa hanno fatto a Liliana Resinovich

Sebastiano Visintin nega di avere anticipato la consegna al 13 dicembre, sottolineando di aver cenato con sua moglie a casa di una coppia di amici e di essere poi tornato a casa con lei senza fare alcuna sosta. I coltelli, secondo la sua versione, li avrebbe consegnati solo al mattino seguente, dopo essere uscito di casa per svolgere le sue solite attività nel laboratorio di Trieste lasciando sola Lilly.

Eppure, sostiene Claudio Sterpin, qualcuno avrebbe “intercettato” Liliana Resinovich prima che arrivasse al centro di telefonia Wind dove avrebbe dovuto fare un’operazione prima di raggiungerlo: “Per me è stata caricata a bordo da qualcuno prima di arrivare al negozio“, ha dichiarato il sedicente amante. Oggi Visintin sostiene di non riuscire a ricordare cosa ha fatto esattamente quel 14 dicembre 2021: certamente non è tornato a casa prima dell’ora di pranzo la stessa mattina, ha dichiarato, contrariamente a quanto riferito dalla cugina di Liliana, Silvia: “Mi disse che era rientrato intorno alle 10, 10:30“.