Claudio Sterpin, l’amico speciale di Liliana Resinovich, torna nuovamente a parlare, e lo fa ai microfoni di Mattino Cinque. Il programma condotto da Federica Panicucci ha intervistato in diretta una delle figure chiave per quanto riguarda la vicenda inerente la povera donna trovata senza vita nei boschi di Trieste a gennaio 2022. “Lei non può essere rimasta in vita fino a gennaio ma è stata portata in questo posto la notte fra il 4 e il 5 gennaio, quando è stata ritrovata. Io sono convinto di questo e non sono il solo. Lei è stata tenuta in un luogo fresco come una cella frigorifera ad esempio”.
Sul perchè di questo ritrovamento: “L’eredità? Una risposta potrebbe essere quella – ha aggiunto Claudio Sterpin – non è possibile che Liliana Resinovich sia rimasta nello stesso posto. Oggi abbiamo trovato segni di scavo del cinghiale in segno di radice, vuol dire che qua girano cinghiali e bastava una notte per far trovare rovinato il corpo di Liliana. Ci sono anche segni di escrementi”. Ma dove è stata tenuta Liliana? “A Trieste ce ne sono centinaia di celle frigorifere. Più di una persona? Tutto è probabile ma non sono io che devo dirlo ma la magistratura che deve indagare, una persona sola non può fare questo”.
LILIANA RESINOVICH, CLAUDIO STERPIN: “SUBITO DOPO LA SPARIZIONE SEBASTIANO…”
“In teoria Liliana Resinovich potrebbe essere stata messa in una cella – ha ribadito Claudio Sterpin – ma una persona sola non ce la fa”.
Sugli alibi di Sebastiano Visintin: “Subito dopo la sparizione Sebastiano diceva che aveva un alibi perfetto per quel giorno, mi domando come mai”. E ancora: “Io non punto il dito su nessuno, voglio cercare di far capire le incongruenze dette da Sebastiano, voglio sperare che la procura indaghi. Alle 8:38 il telefono di Liliana Resinovich fa 11 passi, e poi alle 8:40 sembra che Lily venga inquadrata da una telecamera in Piazzala Gioberti. Poi alle stesse 8:40 Sebastiano è in una pescheria, c’è qualche incongruenza, qualcosa che non va”. Margherita Carlini, criminologa, conclude: “Non avendo ancora stabilita una data di morte è difficile trovare un alibi”.