Liliana Resinovich è finita al centro della riflessione della criminologa Roberta Bruzzone pubblicata sull’ultimo numero del settimanale “Di Più”. In particolare, l’esperta, dopo le anticipazioni della relazione medico-legale finale a firma dei consulenti della Procura di Trieste Fulvio Constantinides e Fabio Cavalli (radiologo), giudica i risultati ottenuti “ben poco risolutivi. Anzi, quello che leggiamo nelle anticipazioni tratteggia una cornice in cui davvero si fatica a infilare, in maniera logica e consequenziale, tutti i pezzi di questo complesso mosaico”.
Infatti, secondo quanto si legge nel documento, scrive ancora Bruzzone, “Liliana Resinovich si sarebbe tolta la vita e sarebbe morta non il 14 dicembre 2021, giorno in cui si sono perse le tracce di lei, ma solamente due o tre giorni prima del ritrovamento del corpo il 5 gennaio scorso nel parco dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste. Questo aspetto è davvero sconcertante, perché apre la strada a una serie di interrogativi inquietanti“. Com’è noto, la 63enne era uscita di casa senza documenti, senza soldi, senza carte di credito, senza Green Pass, in quel momento obbligatorio, senza fede nuziale e senza abiti di ricambio. Aveva fatto colazione e assunto un multivitaminico, poi le informazioni su di lei si interrompono.
LILIANA RESINOVICH, PARLA ROBERTA BRUZZONE: “DOVE È STATA PER QUASI 20 GIORNI?”
Nel prosieguo della sua disamina sul caso Liliana Resinovich effettuata sulle colonne di “Di Più”, Roberta Bruzzone ricorda anche che la donna stava cercando informazioni su come divorziare dal marito, Sebastiano Visintin, senza rivolgersi a un avvocato ed era anche alla ricerca di una casa in affitto. In più, pare che stesse vivendo una storia d’amore con Claudio Sterpin, amore del passato rifiorito nei mesi precedenti: “L’esame dei suoi dispositivi elettronici – ha aggiunto la criminologa – fornisce un accesso alla sua mente che dimostra la totale assenza di una ideazione suicidaria”.
A questo punto, i quesiti si moltiplicano: dov’è stata Liliana per quasi 20 giorni prima di morire? Come ha fatto a sopravvivere senza soldi, documenti e senza un riparo? Qualcuno l’ha ospitata o nascosta? Qualcuno l’ha sequestrata? Domande a cui, aggiunge Bruzzone, “la Procura deve trovare una risposta, volente o nolente. La ricostruzione che emerge dalla bozza della relazione medico-legale offre troppi margini di incertezza. Si parla di sacchi integri che contenevano il corpo della donna come ‘poco compatibili’ con un caso di aggressione e con il trasporto del corpo in ‘ambiente impervio'”.