Liliana Resinovich è stata trovata morta 8 mesi fa, il 5 gennaio, nel parco dell’ex ospedale psichiatrico San Giovanni di Trieste dopo 3 settimane dalla misteriosa scomparsa. Un giallo che percorre due piste, suicidio o omicidio, quello della 63enne le cui tracce si erano perse la mattina del 14 dicembre 2021, e ancora senza soluzione. Se ne parlerà a Chi l’ha visto nella puntata di oggi. La Procura del capoluogo friulano sostiene che possa essersi tolta la vita soffocandosi con i sacchetti di plastica in cui avrebbe infilato la testa, chiusi con un cordino intorno al collo. Prima di suicidarsi, secondo questa lettura, la donna si sarebbe coperta le gambe introducendole in due sacchi per l’immondizia. Il decesso, emerge dalla bozza della consulenza medico legale disposta dalla Procura, sarebbe intervenuto circa 2 o 3 giorni prima del ritrovamento del cadavere.
Tale ricostruzione, a cui la famiglia di Liliana Resinovich si oppone, lascerebbe aperto un interrogativo: se la 63enne è morta a ridosso della scoperta del corpo, dov’è stata durante le settimane tra la scomparsa e il decesso? Secondo Sebastiano Visintin, marito della vittima, difficilmente si può pensare a un suicidio. La moglie, a suo dire, non avrebbe avuto alcun motivo per porre fine alla sua esistenza e tantomeno in quel modo particolare. Il fratello della 63enne, Sergio Resinovich, sta sulla stessa linea e quanto sostenuto dai suoi consulenti rimanderebbe allo scenario di un possibile omicidio: Liliana Resinovich forse picchiata e uccisa prima di essere occultata e poi spostata in quell’area della città sito del ritrovamento…
Morte di Liliana Resinovich: cosa dice la consulenza medico legale
L’estate appena trascorsa è stata densa di pagine potenzialmente utili a segnare la svolta nel giallo di Liliana Resinovich. Anzitutto, riporta Ansa, la ricostruzione cristallizzata dai consulenti della Procura, Fulvio Costantinides e Fabio Cavalli, nella consulenza medico legale disposta per inquadrare la cornice e le cause del decesso della 63enne. Secondo gli esperti, Liliana Resinovich si sarebbe suicidata soffocandosi con i sacchetti che avvolgevano la testa, morta presumibilmente tra i 2 e i 3 giorni prima del ritrovamento del cadavere nel parco dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste.
Remota, secondo i consulenti incaricati, la possibilità che il corpo di Liliana Resinovich sia stato congelato come parte di una prima fase di occultamento. Questa ipotesi starebbe in piedi, comunque, alla luce dell’assenza di segni di decomposizione tali da giustificare la permanenza del corpo in quel luogo per tutto il tempo trascorso tra la sparizione e il ritrovamento. Nel documento di 50 pagine con cui gli esperti nominati dalla Procura avrebbero ricalcato il profilo del caso, riporta ancora Ansa, Costantinides e Cavalli avrebbero inoltre sottolineato come un eventuale congelamento avrebbe necessariamente complicato l’azione di un assassino che si sarebbe dovuto occupare delle dimensioni del congelatore, anzitutto, e del successivo trasferimento del cadavere nel luogo in cui poi è stato trovato. Un “percorso” intriso del rischio di essere scoperto.
Liliana Resinovich, per la famiglia un suicidio impossibile
Liliana Resinovich è morta per suicidio o omicidio? La domanda continua a tenere banco nel giallo della 63enne scomparsa e trovata senza vita a Trieste il 5 gennaio scorso, senza trovare ancora soluzione. La famiglia della 63enne, su tutti il fratello Sergio Resinovich e il marito della donna, Sebastiano Visintin, ritengono che non possa aver compiuto un gesto estremo. Poche settimane fa, a margine delle notizie emerse sulle conclusioni che sarebbero contenute nella consulenza disposta dalla Procura di Trieste, l’avvocato Nicodemo Gentile, che assiste il fratello di Liliana Resinivoch, ha descritto la versione seguita dal team: la 63enne potrebbe essere stata uccisa il giorno stesso della scomparsa, il 14 dicembre 2021, nascosta e successivamente spostata nell’area del parco triestino in cui poi è stata ritrovata.
Gentile ha parlato di un possibile “delitto di prossimità“, commesso forse da qualcuno che conosceva la vittima nell’ambito delle sue “più ampie relazioni”. A irrobustire la loro ipotesi, ha spiegato ancora il legale, sarebbero alcuni elementi riscontrati sul corpo di Liliana Resinovich: la presunta anomalia circa la posizione dell’orologio – non alla destra, come sua abitudine, ma a sinistra, e con la corona rovesciata -, la presenza di “strane fratture” e lesioni che rimanderebbero allo scenario di una colluttazione. Stando alle informazioni diffuse da Nicodemo Gentile, queste sarebbero le evidenze sul cadavere: “La palpebra destra tumefatta, il sangue nella narice destra e il trauma nella parte destra della lingua, nonché il colpo ricevuto sulla tempia sinistra ed ancora un segno sul seno, più scuro delle ipostasi, probabilmente un livido, e un piccolo taglio sulle dita di un piede”.
L’amarezza del marito Sebastiano Visintin
Oggi a 9 mesi dalla scomparsa di Liliana Resinovich, il marito Sebastiano Visintin è intervenuto a Ore 14: “È un dolore molto grande. Liliana mi manca veramente tanto. Volevo ringraziarla per tutto quello che mi ha dato in 33 anni insieme. Sarai sempre nel mio cuore”. In collegamento da Trieste, ha commentato anche la circostanza del gruppo che si è formato tra Claudio Sterpin e la famiglia della moglie: “Non ne so niente, non voglio neanche saperlo. Penso solamente a quello che ho vissuto in questi 9 mesi senza Liliana. Ricordo il suo ultimo saluto… Posso solo dirgli: ‘Si vergogni’”.
Riguardo le dichiarazioni di colui che si definisce come amico speciale di Liliana, Sebastiano Visintin ha replicato: “Sono solo illazioni, cose che non può dimostrare. Sono solo sue parole. Sta infangando Liliana e il fratello non dice nulla, anzi sembra accettare quello che dice. Lasciamo che la Procura ci dia delle risposte”. Sollecitato sulla vicenda del gruppo, ha ribadito: “Fa comodo ai familiari, perché io non sono mai stato accettato dalla famiglia. Anche quando ci siamo sposato abbiamo avuto grossi problemi e Liliana si è imposta. Se lui è stato accettato da questo gruppo, avranno le loro ragioni”. Infine, ha smentito un’indiscrezione: “Non mi hanno mai sequestrato niente”.