La criminodinamica potrebbe dare una svolta al giallo di Liliana Resinovich? L’interrogativo sorge dopo l’ultima puntata di Quarto Grado, secondo cui le lesioni che la donna aveva sul viso e sul corpo a distanza di quasi tre anni dalla sua morte possono ancora raccontare molto su cosa le è successo. La criminodinamica è la sequenza cronologica dei fatti che potrebbero aver causato queste lesioni. Il programma è partito dalla mano destra che, come evidenziato dal medico legale, presenta lesioni al dito indice e anulare: da indiscrezioni relative agli accertamenti in corso dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo, sotto il palmo della mano sarebbe emersa una infiltrazione ematica, originata quando Liliana Resinovich era ancora in vita.
Ed è un caso che l’orologio indossato al polso destro avesse le lancette ferme sulle 9:17 e una piccola scheggiatura in corrispondenza delle ore 5? Potrebbe esserci stato un urto o potrebbe averlo riportato durante un tentativo di difesa. “Fa riflettere il fatto che sia proprio quel lato quello che presenta più segni”, fa notare il programma, ricordando che sono localizzati alla palpebra, narice, labbro inferiore e lobo dell’orecchio, “come se avesse preso uno schiaffo da un mancino o un manrovescio col dorso di una mano di un destrimane”.
LILIANA RESINOVICH CADUTA O VITTIMA DI AGGRESSIONE?
Per quanto riguarda, invece, l’orecchio sinistro, c’è un’infiltrazione ematica che potrebbe essere stata causata dall’urto della testa su una superficie rigida come conseguenza del colpo inferto sul lato destro del viso. Ma gli accertamenti dell’anatomopatologa avrebbero fatto emergere altri traumi, non solo la frattura alla faccetta superiore della seconda vertebra toracica, ma anche una lesione sotto lo sterno e una subpleurica, al livello polmonare. È fondamentale capire il significato hanno queste lesioni e quale sia la loro causa.
Fulvio Covalero, amico di vecchia data di Liliana Resinovich, è convinto che l’amica sia stata prelevata in auto dal suo aggressore la mattina della sua scomparsa; quindi, potrebbe essere cominciata lì una colluttazione che potrebbe aver causato un colpo di frusta. La procura ipotizza, invece, una caduta, ma allora Quarto Grado si chiede come sia possibile che un’aspirante suicida cada per una fatalità riportando lesioni diverse sul corpo?
COSA DICE LA RELAZIONE DELLA BOTANICA FORENSE
Oltre ai dubbi sulle lesioni, va presa in considerazione anche la relazione della botanica forense Marisa Vidali, consulente dell’associazione Penelope che assiste il fratello di Liliana Resinovich e la nipote. Stando a quanto raccolto da Il Piccolo, l’esperta ha recentemente depositato in procura il suo documento, che si sofferma anche sulle specie di piante presenti sul luogo del ritrovamento e sui dati meteorologici.
“Se il corpo di Liliana fosse rimasto per tre settimane in quell’area dell’ex Opp, nel punto preciso dove è stato trovato, lo strato erbaceo, costituito perlopiù da edera, sarebbe risultato schiacciato e le foglie sarebbero ingiallite non ricevendo luce“, ma non era affatto così.
Inoltre, ci sono state diverse piogge nelle settimane tra la scomparsa di Liliana Resinovich e il ritrovamento del cadavere, ma i sacchi neri sono risultati puliti, invece avrebbero dovuto essere sporchi. “L’assenza di queste evidenze porta a escludere che il corpo di Liliana sia rimasto lì per tutte quelle settimane“. Per quanto riguarda le temperature, la relazione evidenzia che non erano inferiori a 4 gradi, anzi, quindi erano gradi “che non possono aver contribuito certamente alla conservazione del corpo“.